Da subito in prima linea, chiamata a reagire in tempi rapidissimi, con scelte importanti da prendere e tantissime attività da reinventare e riorganizzare, la Scuola di Medicina e Chirurgia è la struttura dell’Università di Bologna che più di tutte è stata coinvolta nella risposta all’emergenza coronavirus. I suoi medici, i suoi professionisti, così come gli specializzandi e gli studenti si sono attivati immediatamente per dare il loro supporto dentro e fuori dagli ospedali. Senza per questo trascurare l’attività didattica, fondamentale per formare il personale sanitario di domani: un compito oggi più che mai necessario.
“Sin dalle primissime fasi dell’emergenza Covid-19 ci siamo attivati per garantire la nostra funzione di coordinamento delle attività didattiche dei dipartimenti medici dell’Ateneo”, dice il professor Pietro Cortelli, presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia. “Abbiamo anticipato le sedute di laurea di Infermieristica per immettere il prima possibile nel sistema nuovi infermieri, mentre il corso di laurea in Medicina ha attivato i tirocini pratici valutativi in modalità online, per consentire agli studenti di conseguire nei tempi previsti il diploma di laurea, che con il decreto ‘Cura Italia’ è diventato abilitante alla professione medica”.
Tutto questo mentre i professori si sono ritrovati a gestire contemporaneamente l’emergenza nelle strutture sanitarie. “La risposta del corpo docente è stata eccezionale”, conferma Cortelli. “Nonostante il forte impegno sul fronte assistenziale, hanno garantito agli studenti la possibilità di seguire online le attività didattiche programmate, oltre allo svolgimento degli esami e delle sedute di laurea e di conseguimento dei diplomi di specializzazione”. Come nelle altre strutture dell’Alma Mater, inoltre, anche per la Scuola di Medicina e Chirurgia la prosecuzione regolare – in modalità a distanza – delle attività didattiche è stata possibile grazie al supporto del personale tecnico-amministrativo, che ha contribuito a portare avanti da remoto le tante attività programmate, dalle mansioni ordinarie fino alle sedute degli organi accademici.
Protagonisti di questa fase di emergenza sono stati però anche gli specializzandi e gli studenti. “In accordo con l’Azienda ospedaliera e l’ASL, abbiamo avviato un monitoraggio puntuale delle attività degli specializzandi”, ricorda il professor Cortelli. “In queste settimane, i loro piani formativi sono stati riprogrammati per far fronte all’emergenza e per questo il loro è stato un ruolo attivo, a cui hanno risposto con grande professionalità. Così come è da menzionare l’impegno dei tanti studenti di medicina e di infermieristica che si sono offerti come volontari per dare il loro contributo negli ospedali bolognesi, con le dovute precauzioni”.
C’è poi il capitolo della ricerca, che tra l’attività didattica e l’impegno nelle strutture ospedaliere resta essenziale. Compresa quella sulla Covid-19, per trovare soluzioni che ci permettano di combattere con efficacia sempre maggiore l’azione del coronavirus. “La ricerca sta proseguendo incessantemente, anche sul fronte dell’individuazione di possibili risposte alla pandemia”, spiega Cortelli. “Solo per fare un esempio, possiamo citare lo studio avviato pochi giorni fa per sperimentare l’utilizzo dell’eparina, un farmaco anticoagulante, sui pazienti affetti da Covid-19. La ricerca è coordinata dall'infettivologo Pierluigi Viale, ordinario di Malattie infettive alla Scuola di Medicina e Chirurgia, direttore del Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche e primario di Malattie infettive al Policlinico di Sant’Orsola”.
Didattica, ricerca, assistenza e volontariato negli ospedali. L’impegno di tutti i protagonisti che animano la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Alma Mater è costante, con l’obiettivo di affrontare l’emergenza con forza e determinazione. E mentre proseguono senza sosta le tante attività programmate, lo sguardo è già rivolto al futuro, per essere pronti ai prossimi passi da affrontare. “Ci stiamo preparando alla gestione della ‘fase 2’ dell’emergenza, in modo da organizzare efficacemente la graduale ripartenza”, conferma il professor Cortelli. “Con un’offerta formativa di 22 corsi di studio e 43 scuole di specializzazione distribuiti su quattro aziende sanitarie, la Scuola di Medicina e Chirurgia deve garantire, ancor più in questo momento, il suo fondamentale ruolo di coordinamento: gli aspetti più critici della riorganizzazione della didattica sono già stati messi a fuoco e nelle prossime settimane continuerà la nostra attività costante di monitoraggio della situazione”.