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Agricoltura conservativa nel bacino del Mediterraneo per fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico

Coordinato dall’Università di Bologna, il nuovo progetto europeo 4CE-MED punta a promuovere lo sviluppo di sistemi agricoli conservativi nell’areale Mediterraneo. Gli studiosi lavoreranno a strategie agronomiche per introdurre la coltivazione della camelina, una "cover crop" che può offrire vataggi sia ambientali che economici per gli agricoltori


La camelina è una "cover crop" che offre vantaggi sia ambientali che economici per gli agricoltori (Foto: Arianna Borghesi)


L’Università di Bologna, con il Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari, è alla guida del nuovo progetto europeo 4CE-MED, pensato per promuovere l’agricoltura conservativa nel bacino del Mediterraneo. Finanziato nell’ambito del programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area) di Horizon 2020, il progetto è partito ufficialmente pochi giorni fa e avrà durata di 42 mesi, coinvolgendo un team di ricercatori di undici diverse istituzioni di quattro paesi europei (Italia, Spagna, Francia e Grecia) e tre paesi extraeuropei (Marocco, Tunisia e Algeria). L’obiettivo è mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico (tra cui erosione e degradazione del suolo, riduzione della biodiversità) ed aumentare, al tempo stesso, il reddito delle piccole aziende agricole.

Il team internazionale di 4CE-MED punta a diffondere sistemi agricoli conservativi nel rispetto delle risorse naturali. I ricercatori – con il supporto di stakeholder locali – saranno impegnati in particolare su strategie agronomiche per introdurre la coltivazione di una nuova specie, la camelina (Camelina sativa), i cui semi sono ricchi di olio di alta qualità che, una volta estratto, lascia un residuo proteico molto interessante per l’industria zootecnica. La camelina è una “cover crop”, cioè una specie adatta ad essere coltivata fra due colture principali, con possibili vantaggi ambientali ed economici per gli agricoltori.

Il professor Andrea Monti, coordinatore del progetto 4CE-MED


“4CE-MED nasce per offrire agli agricoltori soluzioni agronomiche funzionali all’aumento di reslienza dei sistemi agricoli a fronte del rapido e preoccupante cambiamento climatico nell’areale Mediterraneo”, dice Andrea Monti, coordinatore del progetto e professore dell’Università di Bologna. “Il progetto coinvolge un gruppo di partecipanti molto motivato e di alta reputazione internazionale che sono certo saprà dialogare con le parti interessate e offrire soluzioni innovative e pratiche con impatto rilevante nel breve e medio termine”.

Insieme all’Università di Bologna, il progetto coinvolge partner europei ed extraeuropei: CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Italia), Cooperativas Agro-alimentarias de Espana - Spanish Coops (Spagna), INI – Iniciativas Innovadoras (Spagna), CCE – Camelina Company Espana (Spagna), INRAA – Institut National de la Recherche Agronomique d'Algerie (Algeria), ARVALIS – Institut du Vegetal (Francia), CRES – Centre for Renewable Energy Sources and Saving (Grecia) e Bios Agrosystems (Grecia), ICARDA – International Center for Agricultural Research in the Dry Areas (Marocco) e INRAT – Institut National de la Recherche Agronomique de Tunisie (Tunisia).