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L'Alma Mater aderisce al Patto per il Lavoro e per il Clima della Regione Emilia-Romagna

L'Università di Bologna è una delle 55 istituzioni che hanno sottoscritto il documento che avvia il percorso di ricostruzione e cambiamento del territorio, partendo da quattro obiettivi strategici: Emilia-Romagna regione della conoscenza e dei saperi, della transizione ecologica, dei diritti e dei doveri, del lavoro, delle imprese e delle opportunità


C'è anche l'Università di Bologna tra i 55 firmatari del nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima promosso dalla Regione Emilia-Romagna: un progetto di rilancio e sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il Patto si fonda sulla qualità delle relazioni tra istituzioni, rappresentanze economiche e sociali. L’intera comunità regionale sarà infatti impegnata su obiettivi strategici definiti sulla base di una partecipazione democratica e di una progettazione condivisa, e la conseguente assunzione di responsabilità di ciascuno e dell’intera "squadra". Guardando al 2030, in linea con l’orizzonte e gli obiettivi fissati dall'Agenda delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea.

"Ringrazio il presidente Stefano Bonaccini e la Regione Emilia-Romagna per l’impegno corale messo in campo e la lungimiranza nell’aver unito questi due temi, lavoro e clima, oggi più che mai centrali", ha dichiarato il rettore Francesco Ubertini. "Le tre direttrici - occupazione, sostenibilità, lotta alle disuguaglianze - che sono gli aspetti centrali del nuovo patto, rappresentano pilastri imprescindibili per un nuovo sviluppo dei nostri territori. A questi si aggiunge la centralità affidata ai saperi e alle competenze, rispetto a cui le università possono dare un contributo fondamentale".

Il Patto per il Lavoro e per il Clima prevede quattro obiettivi strategici da raggiungere: Emilia-Romagna regione della conoscenza e dei saperi; regione della transizione ecologica; regione dei diritti e dei doveri; del lavoro, delle imprese e delle opportunità. E individua quattro processi trasversali: trasformazione digitale; Patto per la semplificazione; promozione della legalità; partecipazione.

Obiettivi strategici e processi trasversali che saranno perseguiti a partire da alcune scelte di fondo: dare priorità alle persone, in particolare ai giovani e alle donne; intraprendere una transizione ecologica giusta, che crei nuove imprese e nuovo lavoro, aggiornando le professionalità di chi lavora per tutelarne e salvaguardarne l’occupazione; rimettere al centro il valore dell’impresa, dalle piccole alle più grandi, e del pluralismo imprenditoriale e diffuso, a partire dalla cooperazione e dal lavoro sociale; orientare la rivoluzione digitale verso un nuovo umanesimo perché l’evoluzione della tecnologia sia un diritto di tutte e tutti; assegnare una nuova centralità al welfare come strumento di equità sociale; attribuire un nuovo protagonismo alle città, e con esse agli atenei, per un progetto di sviluppo che abbia un ancoraggio più forte nei territori.