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Home Incontri e iniziative La quarta ed ultima edizione di Atlas of Transitions Biennale We The People

La quarta ed ultima edizione di Atlas of Transitions Biennale We The People

Dopo aver esplorato diverse visioni di città inclusiva in Right to the City, la nozione di radicamento/sradicamento in HOME, il confine tra arte e attivismo nella Summer School Internazionale Performing Resistance, la nuova rassegna è organizzata dal Dipartimento di Sociologia e Diritto dell'Economia dell'Università di Bologna, Emilia Romagna Teatro Fondazione e Cantieri Meticci

We The People si manifesta, dal 2 al 7 dicembre, con un presidio invernale. Attraverso gli approcci di registe, artisti, compositrici, studiosi, radio artist, afferma l’urgenza di una politica dell’ascolto basata sul diritto di tutti a essere ascoltati. Gesti vocali, scambi di patrimoni sonori di diversa provenienza, voci alla ricerca dei propri corpi, narrazioni connesse a diritti non riconosciuti, assemblaggi di suoni d’archivio in una prospettiva non eurocentrica, intrecci di differenti esperienze di vocalità: ogni azione dispone, a proprio modo, l’incontro in uno “spazio acustico”. Dall’ascolto singolare all’ascolto condiviso. Si tratta primariamente di tessere relazioni prossime nella distanza, intrecciare sorgenti, dispiegare corporeità, fare spazio a posture non conformi, modi per non cedere alle contrazioni operative e affettive che stiamo vivendo.

“People” non è una voce unitaria, presuppone una pluralità di corpi che non costruiscono un unico soggetto. Nel “We” risuona una moltitudine di pronunce che si radunano in luoghi temporalmente diversi, in differenti tipi di spazi, ambienti e zone d’ombra.

We The People è promosso da Emilia Romagna Teatro Fondazione insieme a una larga rete di collaborazioni urbane.


Tra i vari eventi, la tavola rotonda online durante la quale verrà presentato il libro "Right to the City, Performing Arts and Migration" a cura di Roberta Paltrinieri, Paola Parmiggiani, Pierluigi Musarò e Melissa Moralli. Sarà un momento di riflessione sulle modalità con cui le pratiche artistiche costruiscono spazi di resistenza, forme di sovversione e discorsi contro-egemonici sulla migrazione. Autrici e autori presenteranno studi, metodologie ed esperienze artistiche che rivelano come le arti performative siano da intendersi come spazio peculiare per esercitare la partecipazione e forme inedite di cittadinanza culturale nelle città contemporanee. Una combinazione di ricerche e progettualità artistiche capaci di sostenere voci collettive e nuovi spazi immaginativi.

 

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