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Accesso agevolato ai risultati di ricerca e alla proprietà intellettuale Unibo

Per aiutare nella gestione della pandemia del Covid-19 e nel contenimento della sua diffusione, l'Ateneo ha stabilito delle licenze speciali, non esclusive e gratuite, per mettere a disposizione delle imprese i risultati dei contratti di ricerca, nonché i brevetti e il know-how dei propri ricercatori

Il Consiglio di Amministrazione dell’Alma Mater ha approvato una policy sulla gestione della proprietà intellettuale relativa a tecnologie finalizzate alla prevenzione, diagnosi e cura delle infezioni da Covid-19, nell’ambito dei contratti di consulenza e ricerca commissionata sottoscritti con le aziende.

L'Università di Bologna concederà, quindi, licenze non esclusive gratuite, limitatamente alla durata ufficiale della pandemia dichiarata dall’OMS, a fronte dell’impegno, da parte delle imprese, a sviluppare e portare a mercato i prodotti/servizi basati sui risultati di ricerca ed eventuali diritti di proprietà intellettuale, in tempi rapidi e con la massima diffusione. E' stato inoltre stabilito di concedere licenze non esclusive gratuite, alle medesime condizioni, relativamente a brevetti o altri titoli di proprietà intellettuale di titolarità dell’Ateneo, che vengano utilizzati con le stesse finalità di contrasto della pandemia.

Si tratta di una scelta in linea con le principali Università del mondo, che si sono attivate mettendo a disposizione risorse e competenze per attività di ricerca finalizzata a contrastare l’emergenza sanitaria e facilitando l’accesso alle proprie tecnologie e al proprio portafoglio di titoli di proprietà intellettuale. Come Stanford University, Harvard University and Massachussets Institute of Technology, Oxford University, Unibo intende promuovere il rapido utilizzo di sistemi innovativi da parte della società, per prevenire, diagnosticare e curare le infezioni da COVID-19.

“Crediamo fermamente – commenta il Rettore Francesco Ubertini – che i diritti di proprietà intellettuale possano incentivare lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, per questo non devono costituire una barriera alla risposta ai bisogni di salute della popolazione, in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo. Per questo abbiamo modificato le nostre regole sul trasferimento tecnologico, con l’obiettivo favorire la disponibilità di tutte le soluzioni che possono contribuire a contrastare la malattia”.

Questa strategia risponde anche alle indicazioni emerse a livello europeo, come ad esempio il “Manifesto for EU Covid Research”, pubblicato dalla Commissione Europea nell’ottobre 2020, che promuove la concessione di licenze non esclusive gratuite (cosiddette “Licenze NERF”) relative ai risultati di ricerca finanziati nell’ambito di progetti europei, in cambio dell’impegno, da parte dei licenziatari ad assicurare la più ampia e tempestiva distribuzione dei prodotti e servizi sviluppati sulla base di tali risultati.

L’Ateneo è da diversi mesi molto attivo nella partecipazione a progetti di ricerca a livello regionale, nazionale ed europeo, finalizzati allo sviluppo di tecnologie per la prevenzione, diagnosi e cura del contagio da COVID-19. Si sono già ottenuti diversi risultati di ricerca innovativi, alcuni dei quali protetti con brevetti o altri titoli di proprietà intellettuale.

Facilitare l’accesso al proprio portafoglio di tecnologie e titoli di proprietà intellettuale “covid-related” significa per l’Ateneo assumere un impegno in linea con la “Terza Missione” delle Università, ovvero valorizzare la ricerca a beneficio della società per generare un impatto positivo, un effetto ancora più significativo in questo caso, perché correlato alla salute della popolazione.