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Al parco di Villa Ghigi per il progetto La Scuola in natura: Ricerca e Formazione

Educatori ambientali, insegnanti e coordinatori pedagogici emiliano-romagnoli si sono incontrati per una giornata di formazione e confronto, organizzata nell’ambito di una ricerca-formazione triennale curata dalla prof. ssa Michela Schenetti, docente di Didattica e Pedagogia Speciale del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna

Si è svolta oggi, presso il Parco Fondazione Villa Ghigi, una giornata di formazione che ha riunito educatori ambientali, insegnanti, coordinatori pedagogici afferenti ai Comuni, alle Scuola e ai Centri di Educazione ambientale dell’Emilia- Romagna, inserita nell’ambito di una ricerca-formazione triennale (2019/2021) curata dalla prof. ssa Michela Schenetti, docente di Didattica e Pedagogia Speciale del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, in collaborazione con Arpae- CTR Educazione alla sostenibilità (referente dott.sa Stefania Bertolini).

Nei mesi di pandemia del 2020 e del 2021, in particolare durante il lockdown, un nuovo tema ha colpito tutti, non soltanto tra gli addetti ai lavori e negli ambiti più specializzati: il riferimento, per ragioni prima di tutto sanitarie a un modello di scuola che si svolgesse in parte, finalmente, anche all’aperto, negli spazi verdi scolastici e altrove.

Le esperienze all’aperto che passano attraverso l’osservazione, la scoperta e la conoscenza della natura sono una pratica importante, oltre che un approccio molto fecondo all’insegnamento e preparano a osservare anche tutto il resto (ciò che non è natura) con occhi diversi, insegnano a farsi domande, a formulare ipotesi ragionate, impongono di interrogarsi sulla realtà in cui si vive e sulla sua complessità. Le potenzialità educative di un contatto diretto con la natura sono note da almeno un secolo. ll contatto con la natura, fin dalla prima infanzia, è inteso come occasione di esperienza diretta che collega le persone con i sistemi ambientali, sviluppando conoscenze, empatia, benessere e consapevolezza. È dunque alla base del benessere psico-fisico e la sua mancanza, come riconosciuto a livello internazionale, può portare ad un ‘deficit di natura’ (scarsità di esperienze quotidiane di libertà, di movimento e pensiero; progressiva perdita di contatto spontaneo con ambienti e animali; una vera e propria frattura con la natura coltivata), nei bambini e nei ragazzi. Per questo è necessario ripensare radicalmente al rapporto tra ‘dentro’ e ‘fuori’, prima di tutto in ambito scolastico, ripensando e riprogettando luoghi e relazioni a partire dai cortili e giardini scolastici, e favorire l’esplorazione dell’ambiente esterno del territorio di appartenenza anche in ambito extrascolastico.


Da queste premesse è nato il progetto ‘La scuola in natura’ attivo già dal 2011 come Progetto di sistema regionale, con il Ceas (Centro di educazione ambientale e sostenibilità) d’eccellenza Fondazione Villa Ghigi come capofila, coordinato dal CTR Educazione alla sostenibilità di ARPAE1, in stretta collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Alma Mater che, dopo aver contribuito alla formazione sul tema, dal 2019 coordina le azioni di ricerca con l’obiettivo di sostenere la riflessività di educatori ambientali, insegnanti, pedagogisti in relazione ai nuovi bisogni di bambini e famiglie, e alle mutate condizioni organizzative entro cui i servizi per l’infanzia devono operare ed all’opportunità di leggere e riprogettare gli spazi esterni alla scuola come ambienti di apprendimento; promuovere la sperimentazione di pratiche educative innovative e responsive di scuole all’aperto in grado di valorizzare la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nei processi educativi (educatori ambientali, insegnanti, bambini e famiglie) in una prospettiva di empowerment;

Il progetto, che si interessa di bambine/i e ragazze nella fascia d’età 0-13, si rivolge in primo luogo ai responsabili e agli educatori ambientali dei Centri di Educazione alla sostenibilità (Ceas, accreditati dalla Regione), ai coordinatori pedagogici, a insegnanti e collaboratori delle scuole (dal nido alle secondarie di 1° grado), ai dirigenti scolastici e anche alle famiglie. IPrevede il coinvolgimento di amministratori locali, pediatri di comunità, associazioni, biblioteche, cittadini ed è articolato in diverse fasi tra loro collegate, come la formazione degli educatori dei Ceas e degli insegnanti, promozione di pratiche di educazione all’aperto con le sezioni dei servizi educativi e le classi di scuole primarie e secondarie di primo grado, incontri in natura con le famiglie, incontri con la cittadinanza.