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Il più antico gioiello decorato rinvenuto in Eurasia

Risalente a 41.500 anni fa e trovato in una grotta in Polonia, è un ciondolo d’avorio decorato da 50 puntini che disegnano una curva circolare irregolare. L’analisi del reperto – guidata da studiosi dell’Università di Bologna – amplia le nostre conoscenze sui tempi di comparsa di questi oggetti realizzati dai primi Homo sapiens arrivati in Europa


Vista frontale del gioiello d'avorio decorato rinvenuto nella grotta di Stajnia, in Polonia (Immagine: Antonino Vazzana - BONES Lab)


Un ciondolo d’avorio risalente a 41.500 anni fa e ritrovato all’interno di una grotta in Polonia è il più antico ornamento decorato finora emerso in Eurasia. La scoperta – riportata su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature – nasce da uno studio multidisciplinare di un gruppo di ricerca guidato da studiosi dell’Università di Bologna insieme a studiosi dell’Istituto Max Planck per l’Evoluzione Umana (Germania), dall'Università di Wrocław (Polonia) e dall'Istituto di Sistematica ed Evoluzione degli Animali dell’Accademia Polacca delle Scienze.

Il gioiello è un ciondolo d’avorio decorato da 50 puntini che disegnano una curva circolare irregolare. La sua scoperta retrodata di 2.000 anni lo sviluppo di questo tipo di decorazione da parte dei primi Homo sapiens arrivati in Europa.

Determinare l'età esatta di questo gioiello era fondamentale per la sua attribuzione culturale e siamo entusiasti del risultato raggiunto”, spiega Sahra Talamo, coordinatrice dello studio e direttrice del laboratorio di radiocarbonio BRAVHO presso il Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” dell'Università di Bologna. “Questo studio dimostra che utilizzando i più recenti progressi del metodo del radiocarbonio è possibile ridurre al minimo la quantità di materiale da campionare e ottenere ugualmente date molto precise e con un intervallo di errore molto piccolo”.
Assieme alla datazione al radiocarbonio, il ciondolo è stato analizzato anche con metodologie digitali, a partire da scansioni micro-tomografiche dei reperti. “Attraverso tecniche di modellazione 3D, i reperti sono stati ricostruiti virtualmente e il ciondolo opportunamente restaurato, permettendo al contempo di effettuare misurazioni di dettaglio e supportare la descrizione delle decorazioni”, aggiunge Stefano Benazzi co-autore dell'articolo e direttore del laboratorio di Osteoarcheologia e Paleoantropologia (BONES Lab) presso il Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Bologna.

Gli studiosi che hanno guidato il progetto. Da sinistra: Sahra Talamo, Adam Nadachowski e Wioletta Nowaczewska (Foto: Sahra Talamo)


Sin dagli inizi della loro dispersione in Europa centrale e occidentale, circa 42.000 anni fa, i gruppi di Homo sapiens iniziarono ad usare l’avorio delle zanne dei mammut per la produzione di ciondoli e figurine, e a volte a decorarli con motivi geometrici. In particolare, oltre a linee, croci e hashtag, un nuovo tipo di decorazione - l'allineamento di puntini - compare in alcuni ornamenti ritrovati nella Francia sud-occidentale e in alcune figurine del Giura Svevo, in Germania. La maggior parte di questi ornamenti furono però scoperti durante scavi archeologici realizzati nei primi del ‘900 e quindi le loro attribuzioni cronologiche rimangono imprecise. Questa incertezza fa sì che la ricostruzione cronologica della comparsa e diffusione dell'arte mobiliare e degli ornamenti in Europa rimanga ancora oggi fortemente discussa e irrisolta.

L’analisi e la datazione di questo gioiello decorato, risalente a 41.500 anni fa, permette ora di ampliare le nostre conoscenze sui tempi di comparsa di questi oggetti in Eurasia. Il ciondolo è stato rinvenuto nel 2010 nella grotta di Stajnia, in Polonia, durante le indagini archeologiche dirette da Mikołaj Urbanowski (co-autore dell'articolo), insieme a ossa di animali e alcuni strumenti di pietra del Paleolitico superiore. Le tracce rinvenute indicano che la grotta fu occupata sia dai Neandertaliani che dai Sapiens, ma solo per visite sporadiche. Probabilmente è proprio durante una di queste visite, forse una spedizione di caccia nel vicino altopiano di Cracovia-Częstochowa, che il ciondolo si ruppe e fu abbandonato nella grotta, per la gioia degli archeologi che, oltre 40.000 anni più tardi, lo hanno riportato alla luce.

"Questo gioiello mostra la grande creatività e la straordinaria abilità manuale del gruppo di Homo sapiens che occupava il sito: lo spessore della placca è di circa 3,7 millimetri e mostra la sorprendente precisione nell’incidere i puntini e i due fori per indossarlo", dice Wioletta Nowaczewska dell'Università di Wrocław, co-autrice dell'articolo.

"Se questi segni indichino un calendario lunare o un conteggio delle prede cacciate è ancora da scoprire; tuttavia, è affascinante che decorazioni simili siano apparse in modo indipendentemente da una parte all’altra dell’Europa", aggiunge Adam Nadachowski dell'Istituto di Sistematica ed Evoluzione degli Animali dell’Accademia Polacca delle Scienze, co-autore dell’articolo.

Vista aerea della grotta di Stajnia (Foto: Marcin Żarski)


Il territorio della Polonia è spesso escluso dalle ipotesi relative alla prima espansione dell'Homo sapiens in Europa, suggerendo che questa regione sia rimasta deserta per diversi millenni dopo la scomparsa dei Neandertaliani. Una ricostruzione che ora potrebbe cambiare. "L'età del ciondolo in avorio trovato nella grotta di Stajnia finalmente dimostra che la migrazione dei Sapiens in Polonia è antica quanto quelle in Europa centrale e occidentale", conferma Andrea Picin dell’Istituto Max Planck per l’Evoluzione Umana di Lipsia, co-autore dell’articolo. "Questo importante risultato cambierà le nostre prospettive sull'adattabilità di questi primi gruppi di Sapiens e metterà in discussione il modello monocentrico di diffusione dell'innovazione artistica nell'Aurignaziano".

Ulteriori analisi dettagliate sulle collezioni dell’avorio trovati nella grotta di Stajnia e in altri siti in Polonia sono attualmente in corso e promettono di fornire maggiori informazioni sulle strategie di produzione di ornamenti nell'Europa centro-orientale. "Oggi come oggi, se vogliamo risolvere seriamente il dibattito di quando cominciò la produzione di ornamenti e dell'arte mobile nei gruppi del Paleolitico, dobbiamo datare direttamente questi oggetti con il radiocarbonio, specialmente quelli ritrovati durante vecchi scavi o in sequenze stratigrafiche complesse", conclude  la professoressa Talamo.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports con il titolo “A 41,500 year‑old decorated ivory pendant from Stajnia Cave (Poland)”. Per l’Università di Bologna hanno partecipato Sahra TalamoSilvia Cercatillo Dragana Paleček del Dipartimento di Chimica "Giacomo Ciamician" insieme a Stefano Benazzi e Antonino Vazzana del Dipartimento di Beni Culturali. Hanno partecipato inoltre dell’Istituto Max Planck per l’Evoluzione Umana (Germania), dall'Università di Wrocław (Polonia) e dall'Istituto di Sistematica ed Evoluzione degli Animali dell’Accademia Polacca delle Scienze.