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Scherma. Emanuele Lambertini: dalle Paralimpiadi alla Coppa del Mondo, con il Dual Career Unibo

L'atleta paralimpico, studente di Ingegneria all'Alma Mater, è salito di nuovo in pedana e a Pisa, nell’ultima prova di Coppa del Mondo della stagione, conquistando l’oro nella spada e il bronzo nel fioretto a livello individuale. Ora pensa a preparare i prossimi esami, ma guarda già ai Giochi di Parigi 2024


Un ritorno alla grande, per dimostrare che il feeling tra lui e la vittoria non è mai tramontato. È la storia di Emanuele Lambertini, 22 anni da San Giovanni in Persiceto, studente di Ingegneria che fa parte a pieno titolo dell’Alma Mater Studiorum e che è seguito dall’Università di Bologna grazie al progetto Dual Career. Ema è stato uno dei ragazzi che, a Tokyo, in occasione delle Paralimpiadi, ha rappresentato non solo l’Italia, ma anche l’Università di Bologna (con lui anche Martina Caironi e Veronica Yoko Plebani). A Tokyo, nonostante il grande lavoro di preparazione, Lambertini non è riuscito a salire sul podio. Mancato per una stoccata, sia nel fioretto sia nella spada. Si vince e si perde: Emanuele che è un combattente nato, è salito di nuovo in pedana e a Pisa, nell’ultima prova di Coppa del Mondo della stagione: ha vinto l’oro nella spada e il bronzo nel fioretto a livello individuale.

La dimostrazione che la stoffa c’è, che il percorso che lo porterà ai Giochi di Parigi 2024, è cominciato nel modo migliore. “Dopo Tokyo - racconta Lambertini - sono rimasto fermo un mese. L’ho fatto volutamente, avevo bisogno di staccare. All’inizio di ottobre ho ricominciato, volevo dare il massimo, dimostrare qualcosa”.

Ema è contento, anche se sa che la strada è ancora lunga. “A Pisa purtroppo mancavano tanti avversari di valore. Mi piace la sfida, mi piace confrontarmi con i migliori. E anche se mancavano avversari di spessore sono soddisfatto di quello che ho fatto. Perché ho vinto e ho battuto chi c’era, dimostrando qualcosa”.

Rivede Tokyo, Ema, e spiega le sue sensazioni. “Non parto mai, prima di una competizione, con delle aspettative particolari, perché storicamente questo mi ha danneggiato. Ho il mio equilibrio, so qual è il mio valore e, quando scendo in pedana, do il massimo. A Tokyo ho fatto il top, sapevo di essere all’altezza della situazione. È mancato qualcosa, ma sto già guardando avanti”.

Studio e palestra, Lambertini non ha dubbi. “Davanti ho gli esami di Elettrotecnica, Reti Logiche, Fondamenti di Meccanica, Controlli Automatica e Informatica l’unico che mi portavo dietro dall’anno passato. Conto di farcela. Fin qui ho usufruito del progetto Dual Career che è davvero un bel supporto per chi, come me, deve cercare di abbinare attività ad alto livello in campo sportivo e lo studio. È una grande opportunità, un bel progetto per il quale ringrazio l’Università di Bologna”.

Si prepara, Ema, l’entusiasmo non gli manca. “Prima gli esami - chiosa - poi continuerò ad allenarmi per preparare gli impegni agonistici di marzo perché, in fondo, Parigi 2024 è sempre più vicina. E poi continuerò a suonare il pianoforte, che mi rilassa e mi aiuta. Magari farò un’esibizione da qualche parte, in stazione o all’aeroporto che poi posterò su Instagram. Sempre in sicurezza, naturalmente”.

Già, perché Ema vuol continuare la sua battaglia con il Covid. “Non bisogna aver paura del virus e della pandemia perché diversamente sarebbe dare un vantaggio. Ma è necessario mantenere sempre alta l’attenzione. Vaccinandosi e utilizzando tutti gli strumenti per tenere lontano il Covid”.