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Il Centro di Anatomia dell’Alma Mater riconosciuto come Centro di Riferimento nazionale

Assegnato dal Ministero della Salute, il riconoscimento premia l'impegno dell'Alma Mater che ha da tempo investito risorse per la costruzione di una moderna sala settoria all’Interno dell’Istituto di Anatomia umana normale


Il Centro di Anatomia Clinica e Chirurgica Sperimentale e Molecolare del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna ha ottenuto dal Ministero della Salute il riconoscimento di Centro di riferimento nazionale per la conservazione e l'utilizzazione dei corpi dei defunti. Questo traguardo - sancito dal Decreto Ministeriale pubblicato lo scorso 8 settembre sulla Gazzetta ufficiale n. 215 - conclude l’iter avviato con il Regolamento di attuazione della Legge 10/2020, che disciplina l’utilizzo del cadavere per attività formative e di ricerca.

Il riconoscimento premia la lungimiranza dell’Università di Bologna che, avendo da tempo compreso il ruolo insostituibile dello studio sul cadavere per la formazione medica, ha saputo investire risorse per la costruzione di una moderna sala settoria all’interno dell’Istituto di Anatomia umana normale, in via Irnerio 48, nel cuore della cittadella universitaria.

"Abbiamo accolto la notizia con gioia e non poca emozione, ripercorrendo le tappe del percorso tracciato molti anni fa dal compianto professor Giovanni Mazzotti, a cui la sala settoria dell’Istituto anatomico è oggi intitolata", dichiara la professoressa Lucia Manzoli, direttrice del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie e responsabile del Centro anatomico. "La sala è dotata di un sistema di streaming multicanale e di registrazione audiovisiva, che consente la fruizione delle attività anche a distanza, e ad essa è collegato un Programma per la donazione del corpo post mortem".

Non profit e interamente autofinanziato, il Programma per la donazione del corpo post mortem del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie è ormai una realtà consolidata che, unicamente in ragione di un passaparola tra donatori e studenti dei corsi di laurea in Medicina e delle Professioni sanitarie, è cresciuto progressivamente e conta ad oggi più di 400 donatori provenienti da tutte le regioni italiane. In virtù del gesto di generosità dei donatori, l’Università di Bologna è in grado di erogare attività formative su cadavere a partire dal primo anno del Corso di laurea fino alla specializzazione professionalizzante e di offrire anche possibilità per la ricerca in ambito tecnologico.

Il riconoscimento del Ministero della Salute - fa sapere la professoressa Manzoli - è stato possibile grazie all'impegno di tutti i membri dell’Istituto anatomico e grazie alla sensibilità dei donatori. Un supporto prezioso è arrivato in particolare dal rettore Francesco Ubertini, ma anche dai Direttori generali e Direttori scientifici dei tre IRCCS bolognesi, che hanno sostenuto con convinzione il Centro anatomico dell'Alma Mater, consapevoli dell’importanza delle attività su cadavere anche per l’alta specializzazione chirurgica, e dalla rete dei chirurghi delle tre aziende sanitarie cittadine.

"All’interno della sala settoria del Centro anatomico avviene la sintesi tra una disciplina storicamente ritenuta di base e la ricerca per lo sviluppo e il miglioramento delle tecnologie chirurgiche mini-invasive, nell’ottica della medicina di precisione, con una riduzione dei rischi e una ottimizzazione delle risorse", dice ancora Lucia Manzoli. "Il centro promuove studi che vanno dalla robotica alla realtà aumentata, dai big data all’intelligenza artificiale partendo dal cadavere; Unibo ha avuto la fortuna e il talento di partire per prima ma certamente non si ferma ora: è già stata avviata la costruzione di una nuova sala di anatomia chirurgica robotica attigua alla sala settoria principale, per il test e la messa a punto di tecnologie robotiche, con l’allestimento di una saletta per le attività su cadavere dedicata agli specializzandi".