Venerdì 2 dicembre, il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università di Bologna organizza una giornata di studi dedicata a "L’impatto della Convenzione UNESCO del 1972 sui sistemi giuridici nazionali e internazionale e il rapporto con l’Unione europea".
Come sottolinea la Delegata al patrimonio culturale dell’Alma Mater, Prof.ssa Giuliana Benvenuti, l’evento fa parte del grande progetto dell’Università di Bologna per celebrare il cinquantesimo anniversario della Convenzione UNESCO sul patrimonio dell’umanità. L’Italia, infatti, vanta il maggior numero di siti UNESCO al mondo (58), che si innestano su un tessuto storico e culturale inestimabilmente ricco. “La bellezza e la cultura sono il petrolio del nostro Paese - afferma la Prof. Benvenuti - rappresentano l’identità e l’eredità che dobbiamo preservare, consentendone conoscenza ed accesso al più alto numero di persone. Da qui l’idea di chiamare a raccolta i saperi dell’Ateneo di Bologna, con una call for papers riservata agli studiosi dell’Alma Mater che ha riscosso grande successo”.
Le proposte sui temi giuridici relativi alla Convenzione del 1972 sono state affidate al Dipartimento di Scienze Giuridiche, che ha formato un Comitato scientifico guidato dal Direttore del Dipartimento, Prof. Michele Caianiello, e da quattro Professori ordinari nelle discipline più interessate da tutela e valorizzazione dei beni culturali e naturali: Nicola Aicardi (Diritto amministrativo); Elisa Baroncini (Diritto internazionale); Vittorio Manes (Diritto penale); Pietro Manzini (Diritto dell’Unione europea).
"La protezione e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale - spiega il Direttore, Prof. Caianiello - richiede il convergere di più saperi giuridici, avendo tale patrimonio una amplissima portata pluridimensionale. Esso è un bene comune, da tutelare per le generazioni future, rappresenta magna pars nella definizione di ogni persona e nel miglioramento della qualità di vita, ed è anche un formidabile asset economico. Come Dipartimento di Scienze Giuridiche, naturalmente abbiamo salutato con favore l’iniziativa dell’Ateneo, e intendiamo continuare ad impegnarci nella ricerca per studiare e proporre gli approcci normativi più idonei alla piena preservazione e valorizzazione dei siti UNESCO".
"Gestire adeguatamente un bene patrimonio dell’umanità - considera il Prof. Aicardi - richiede notevole attenzione nella disciplina dei piani di gestione, nella definizione delle regole urbanistiche, nel coinvolgimento dei soggetti interessati, e, più in generale, della società civile, per proteggere i nostri capolavori artistici unitamente alla bellezza dei siti naturali. Occorre consentirne la fruibilità, la possibilità di ‘viverli’, mantenendone, però, l’integrità e l’autenticità, dunque scongiurando, ad esempio, l’overtourism".
Per preservare beni ed oggetti artistici e siti naturali da sfregi, furti, e ogni altro atto suscettibile di comprometterli, occorre potersi avvalere di un adeguato e coordinato insieme di regole penali: "Data l’entità e la rilevanza del nostro patrimonio, l’ordinamento giuridico italiano - rileva il Prof. Manes - ha raccolto, e deve continuare a raccogliere, le sfide per predisporre normative efficaci, in linea con il dettato della nostra Costituzione, il cui art. 9 afferma che la Repubblica 'promuove lo sviluppo della cultura e tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione'".
La tutela dei beni culturali e naturali è anche nell’agenda dell’Unione europea. “Ricordiamo che il motto dell’Unione è ‘Unita nella diversità’ - dice il Prof. Manzini - e che i Trattati attribuiscono all’Unione anche il compito di rispettare la ricchezza della sua diversità culturale, curando e sviluppando il patrimonio culturale europeo. Fondamentale è, nella lotta al traffico illecito dei beni culturali, l’impianto normativo unionale; e costante è il richiamo delle sue istituzioni anche alla salvaguardia dei siti UNESCO, come pochi giorni fa ha scritto, nelle sue conclusioni per la Corte di giustizia della UE, l’Avvocato generale Collins, indicando il dovere di uno Stato membro di gestire i progetti di riassetto urbano sempre garantendo la piena tutela dei siti UNESCO”.
Adottata a Parigi il 16 novembre 1972, la Convenzione UNESCO sul World Heritage, con le sue 194 ratifiche, ha valenza universale, e ci ha regalato la nozione rivoluzionaria di “patrimonio dell’umanità”: “Tale nozione implica - osserva la Prof. Baroncini - che i beni di eccezionale valore universale non costituiscono più, semplicemente e solo, una ‘property’, ma sono, per l’appunto, una eredità, un patrimonio che deve quindi essere preservato, pure per le generazioni future. Trattandosi di patrimonio dell’umanità intera, il dovere di salvaguardarlo non riguarda più unicamente lo Stato sul quale un sito UNESCO è ubicato: in ragione della rilevanza universale di quel bene, il dovere di tutela ricade anche sulla Comunità internazionale nel suo complesso”.
Occorre, pertanto, avere contezza del diritto UNESCO sul patrimonio dell’umanità, per poi compiutamente rispettarlo e pienamente attuarlo nelle varie declinazioni del diritto nazionale e sovranazionale, nonché adoperarsi, nel sistema dell’Organizzazione parigina, per la sua costante messa a punto. La giornata del 2 dicembre intende contribuire a questa necessità di conoscenza e analisi. I risultati così raggiunti verranno portati all’evento, previsto per la primavera del 2023, nel quale la Delegata al patrimonio culturale Prof. Benvenuti li discuterà insieme ai rappresentanti delle istituzioni nazionali, europee e dell’UNESCO. Il Convegno ha il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.