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Body Cultures: recuperare radicamento, movimento e relazioni in un tempo spaesato e spaesante

Attualizzare l’offerta didattica e rispondere alle necessità di studenti e docenti dopo due anni di pandemia e di forzato distanziamento fisico: l'obiettivo dei seminari svolti nell'ambito della Laurea Magistrale internazionale in lingua inglese in Wellness, sport and health del Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita - Campus di Rimini

Prendendo spunto dal saggio "How to land. Finding ground in an unstable world di Ann Coopera Albright" e dal volume illustrato "Dizionario folle del corpo", la prof.ssa Marcella Terrusi del Corso di Body Cultures della Laurea Magistrale internazionale in lingua inglese in Wellness, Sport and Health (Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita - Campus di Rimini), ha proposto i seminari "Landing on urban space: global citizens on the move e SUPPORT precedes movement" con l'obiettivo di "ripartire" dal corpo, dopo due anni di pandemia e di forzato distanziamento fisico. Due appuntamenti in collaborazione con la UNESCO Chair, Global Citizenship Education in Higher Education e con l' International Research Center on Global Citizenship Education, presieduti dal prof. Massimiliano Tarozzi.

Attraverso le parole e le relative pratiche corporee, nel corso dei due seminari condotti da Gaia Germanà (Muvet) e da Alessandro Fattorini (Studio Alexander) presso la Piazza sull’acqua sotto il millenario Ponte di Tiberio a Rimini, è stato fornito conforto e sostegno agli studenti, provati prima dal periodo pandemico e successivamente anche dall’orrore della guerra.


LANDING e SUPPORT sono i due termini che intrecciandosi a danza di comunità, anatomia esperienziale, tecnica Alexander, Body-Mind Centering® e pratiche di movimento inclusive permettono agli studenti di sperimentare l’occupazione dello spazio fisico il movimento e la relazione con rinnovata consapevolezza. 

Cercare, nutrire sostegno, trovare nuovi modi per abitare il mondo e il movimento diventano così atti individuali, comunitari e ambientali che possono far tornare ad abitare il mondo in presenza con un senso, un progetto pacifico, nella cornice dell’educazione alla cittadinanza globale. Perché la percezione di essere radicati, supportati e sicuri, è preludio indispensabile al movimento, alla relazione, al cambiamento, alla responsività e alla responsabilità.