Individuare le principali minacce attuali e quelle che potrebbero emergere nel futuro sul fronte delle malattie infettive emergenti. È l'ambizioso progetto che svilupperà la Fondazione INF-ACT, nuova iniziativa finanziata con 114,5 milioni di euro nell'ambito del PNRR (Missione 4, “Istruzione e Ricerca” - Componente 2, "Dalla ricerca all’impresa" - Linea di investimento 1.3, "Partenariati Estesi", finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU).
L'Università di Bologna è uno dei 25 partner - tra atenei nazionali, enti pubblici e privati - che partecipano all'iniziativa, guidata dall'Università di Pavia. Un consorzio che prevede forti competenze trasversali in grado di affrontare il problema delle possibili epidemie adottando un approccio One Health, ossia integrando aspetti di salute umana, salute animale e ambientale: dagli eventi epidemici ai fenomeni di spillover, fino ai mutamenti climatici alla base delle modifiche della fauna selvatica e le interazioni con l'uomo.
Cinque le tematiche principali che saranno al centro della sinergia operativa messa in campo dalla Fondazione: lo studio dei virus emergenti e riemergenti; lo studio di insetti e altri vettori che veicolano agenti patogeni e delle malattie ad essi correlate; lo studio degli agenti patogeni resistenti agli antimicrobici e dei meccanismi di generazione e scambio di marcatori di farmacoresistenza; lo studio di nuovi sistemi di sorveglianza integrata epidemiologica e microbiologica (umana-animale-ambientale), l'identificazione di modelli per l’individuazione precoce di infezioni emergenti, la messa a punto di meccanismi di alert e modelli matematici predittivi; l'identificazione di nuovi bersagli per molecole ad attività antinfettiva, la progettazione, sintesi e validazione di molecole con potenziale terapeutico con approcci in silico, in vitro, ex vivo e in modelli animali.