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Bioeconomia e scienze agrarie: un incontro nazionale all’Università di Bologna

Il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari ospita il convegno annuale dell’AISSA, l’Associazione italiana delle società scientifiche agrarie: una due giorni per fare chiarezza sul concetto di bioeconomia, intesa come un nuovo approccio spinto e stimolato dalla ricerca e dall’innovazione tecnologica


È in programma il 16 e 17 febbraio un convegno sulla bioeconomia, organizzato da AISSA, l’Associazione italiana delle società scientifiche agrarie, con il supporto del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari (DISTAL) dell’Università di Bologna che lo ospita, per fare il punto sugli ambiti che questo concetto abbraccia nelle sue varie articolazioni, chiarire fraintendimenti, superare luoghi comuni e ragionare sugli sviluppi e le implicazioni che nel futuro è auspicabile si realizzino.

Il convegno – intitolato “Le scienze agrarie della bioeconomia” – sarà aperto dagli interventi della direttrice del DISTAL, Rosalba Lanciotti, del presidente di AISSA, Massimo Tagliavini, e di Davide Viaggi, vicepresidente dell’Associazione e docente di Economia dell’impresa agroindustriale all’Università di Bologna, che racconterà come la bioeconomia sia un concetto chiave nella ricerca, ancora però poco conosciuto sia dagli operatori del settore agricolo che dal pubblico in generale.

"Circa 15 anni fa la Commissione europea, nell'ambito del finanziamento della ricerca, ha cominciato a promuovere il concetto di bioeconomia, diventato una vera e propria strategia nel 2012 – spiega Davide Viaggi –. L’idea era trattare all'interno di un’unica cornice tutti i settori che hanno a che fare con l'uso di risorse biologiche, ovvero agricoltura, foreste, pesca, acquacoltura, il food, ma anche nuovi settori bio based, e cioè quelli di bioplastiche, biomateriali e in generale tutta la bioenergia".

LO SVILUPPO DELLA BIOECONOMIA
Nel 2018 si è allargato il campo anche agli ecosistemi che supportano le produzioni di organismi biologici e quindi a tutti gli aspetti che sostengono la biodiversità; importante anche la riflessione sull’innovazione tecnologica basata sulla genetica, che ha avuto un’enfasi variabile nel tempo all’interno della bioeconomia. Negli ultimi anni si è aperto, poi, un dibattito importante sul contributo della bioeconomia alla circolarità e alla resilienza, sollecitato tra l’altro dal contesto di pandemia e della guerra che hanno profondamente modificato assetti e prospettive.

Sono diventate, infatti, urgenze il cambiamento climatico e l’aumento della popolazione mondiale, temi per quali sono necessarie risposte che evitino, però, di sfruttare eccessivamente le risorse naturali.

"Lavorare sulle risorse biologiche significa di fatto controllare i cicli del carbonio, evitando di usare combustibili fossili – riferisce ancora Viaggi –. Ad esempio, se parliamo di bioeconomia nel campo delle costruzioni, spingiamo a ricorrere ai biomateriali: le foreste producono legno, fissano anidride carbonica che poi rimane stoccata nelle piante stesse, nei suoli e nei materiali usati per la costruzione di edifici".

Tuttavia, ciò che manca, oggi, è una politica europea organica per la bioeconomia; l’Italia, inoltre, è più indietro di altri Paesi, sia sul piano della consapevolezza pubblica, sia su quello accademico, nonostante sia in vigore da anni una strategia nazionale. Difficile trovare un corso di laurea in bioeconomia e, in generale, anche categorie professionali come quelle legate al mondo dell’agricoltura, non hanno ancora strumenti per comprendere cosa sia la bioeconomia e tendono a confonderla con il biologico. Questo anche perché, grazie alla tecnologia che interviene sul processing della materia organica, i confini tra filiere una volta nettamente distinte sono più labili, e quindi i collegamenti tra esse più intensi.

IL QUADRO EUROPEO E IL RUOLO DELLA POLITICA
Il convegno annuale di AISSA sarà occasione per inquadrare il tema nel contesto più ampio nazionale, europeo e mondiale. Nello specifico, gli interventi di Fabio Fava, docente dell’Università di Bologna e delegato nazionale Bioeconomia presso la Commissione Europea, e Giampiero Genovese, del Joint Research Centre che fa capo alla Commissione europea, faranno chiarezza sulle politiche europee. Il primo, parlando di "Bioeconomia in Italia ed azioni dirette al suo rafforzamento", tenterà di inquadrare il tema e fare chiarezza; il secondo, nel suo intervento su "The bioeconomy in Europe: trends and research needs", si concentrerà su come è necessario operare per rispondere a bisogni e necessità. La tavola rotonda conclusiva, poi, curata dalla Conferenza Nazionale per la Didattica di Agraria, servirà a ragionare sulle relazioni della bioeconomia con la didattica, attraverso la quale stimolare gli studi e la ricerca: altro anello strategico.

La pandemia prima e la guerra poi hanno imposto il tema del reperimento delle materie di prima necessità e quello dell’autonomia energetica. La bioeconomia potrebbe indicare in maniera ben definita l’esigenza di coordinamento tra i vari settori, benché certamente richieda una transizione che necessita di tempo per realizzarsi: gli stessi consumatori possono, anzi devono, diventare i protagonisti della bioeconomia.

Le scienze agrarie nella bioeconomia

dal 16 al 17 Febbraio 2023

ore: 09:00

Aula Magna del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari (Viale Giuseppe Fanin, 40-50 - Bologna) e online

Ingresso libero previa iscrizione

XX convegno annuale 2023 di AISSA sul tema della bioeconomia e delle implicazioni del suo sviluppo per le scienze agrarie.

Per partecipare è necessario iscriversi entro il 9 febbraio

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