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Inizia il viaggio di Euclid: il nuovo satellite dell’ESA è salpato verso la Florida

Partito a bordo di un cargo dal porto di Savona, decollerà il prossimo luglio da Cape Canaveral per realizzare una mappa 3D della materia nell’universo e aiutarci a comprendere la materia oscura e l'energia oscura. L’Alma Mater, con il con il suo Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi”, è tra le istituzioni italiane coinvolte nella missione


(Foto: Paola Battaglia - INAF)


Euclid, il nuovo satellite dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), ha iniziato il suo viaggio a bordo di un cargo salpato dal porto di Savona. Prossima tappa sarà la rampa di lancio di Cape Canaveral, in Florida, da dove Euclid lascerà la Terra il prossimo luglio per posizionarsi a circa 1,5 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Il suo obiettivo è realizzare una mappa 3D della distribuzione della materia nell’universo utilizzando la posizione di miliardi di galassie, con lo scopo finale di fare luce su materia oscura e l'energia oscura, che costituiscono circa il 95% del contenuto dell’Universo, ma di cui ancora non conosciamo la natura.

L’Italia, attraverso il principale contributo scientifico e finanziario dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), riveste un ruolo importante in Euclid: ha infatti partecipato sin dall’inizio alla progettazione e costruzione degli strumenti della missione ed è responsabile del coordinamento dell’analisi preliminare a terra (Science Ground Segment) dell’enorme mole di dati raccolti dal satellite.

Tra le istituzioni italiane coinvolte c’è anche l’Università di Bologna, che con il suo Dipartimento di Fisica e Astronomia "Augusto Righi" (DIFA) è stata tra gli ideatori e i fondatori della missione che ha poi portato allo sviluppo di Euclid. Un lungo percorso iniziato nel 2007 con il progetto SPACE (Spectroscopic All-sky Cosmic Explorer), presentato da un team internazionale guidato dal professor Andrea Cimatti (oggi direttore del DIFA) nell’ambito del programma spaziale Cosmic Vision 2015-2025 dell’ESA.

Il progetto, che aveva come obiettivo la ricostruzione della mappa tridimensionale dell’universo sfruttando le galassie come traccianti luminosi della distribuzione della materia cosmica, venne approvato; l’ESA decise però di "fonderlo" con un altro progetto, chiamato DUNE (Dark Universe Explorer), che aveva un obiettivo analogo ma utilizzava una tecnica differente. L’idea era ideare una missione che portasse a bordo strumenti diversi per acquisire dati con metodi tra loro complementari e quindi ottenere un risultato scientifico finale altamente competitivo e affidabile.

(Foto: Paola Battaglia - INAF)


Nasce così Euclid. Il satellite, che sarà messo in orbita con un razzo Falcon 9 di Space X, è infatti composto da un telescopio di 1,2 metri di diametro con due strumenti scientifici in grado di compiere osservazioni complementari: una fotocamera da 610 megapixel che opera nelle lunghezze d’onda del visibile (VIS – VISibile imager) e uno spettro-fotometro nel vicino infrarosso (NISP – Near Infrared Spectrometer and Photometer). I due strumenti consentiranno, rispettivamente, di misurare con elevata precisione la distribuzione della materia, sia quella ordinaria che quella oscura, mettendo alla prova le equazioni che governano l’evoluzione dell’universo e gli effetti della gravità su grandissima scala. Misure, queste, che avranno anche un grande impatto sulla fisica delle particelle, in particolare per la comprensione di una delle particelle più sfuggenti dell’universo: il neutrino.

"Dal 2007 ad oggi la partecipazione in Euclid del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Bologna è progressivamente cresciuta, fungendo anche da volano per la formazione dei giovani e lo sviluppo delle loro carriere", dice il professor Cimatti. "Il gruppo DIFA-Euclid conta oggi più di 20 membri, molti dei quali rivestono ruoli di alta responsabilità a livello internazionale e di coordinamento delle attività di analisi dati e loro sfruttamento scientifico per gli scopi primari della missione".

Insieme all’Università di Bologna, gli istituti italiani coinvolti nella missione Euclid sono l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Università di Milano, l’Università di Genova, l’Università degli Studi Roma Tre, l’Università di Ferrara, l’Università di Trieste, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste, il Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali di Padova. Di particolare rilevanza è anche il contributo delle industrie italiane di settore, impegnate in prima linea in tutte le fasi della realizzazione di Euclid. Tra queste, Thales Alenia Space, azienda capofila per la costruzione del satellite e del suo modulo di servizio, e responsabile del suo trasferimento a Cape Canaveral, la OHB Italia di Milano, la SAB Aerospace S.r.L. di Benevento e la TEMIS S.r.L. di Milano e, per il Science Data Center italiano, la ALTEC di Torino.

Euclid è una missione europea, costruita e gestita dall'ESA, con il contributo della NASA. Selezionata dall’ESA nel 2011, è stata formalmente adottata nel programma scientifico dell’agenzia nel 2012. Il Consorzio Euclid, composto da oltre 2000 scienziati provenienti da 300 istituti di 13 paesi europei, e di Stati Uniti, Canada e Giappone, ha fornito gli strumenti scientifici e l'analisi dei dati scientifici.