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Scoperto il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana: se ne parla all'Accademia delle Scienze

“Scoprire l’acqua calda tra etruscologi e idrogeologi. I Bronzi etruschi del Bagno Grande di San Casciano": l'incontro organizzato in Ateneo con l'archeologo Jacobo Tabolli e l'idrogeologo Marco Petitta che illustreranno le ventiquattro statue scoperte, di provenienza etrusca (II secolo a.C. - I secolo d.C.), uno dei più importanti depositi di statue del mondo antico mai ritrovato in Italia

Credits photo: Comune di San Casciano dei Bagni / Università per Stranieri di Siena / Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena Grosseto e Arezzo

Prima dell’apertura (il 22 giugno) della grande mostra al Quirinale dove verranno esposte le ventiquattro statue etrusche scoperte la scorsa estate a San Casciano dei Bagni, l’Accademia delle Scienze ha organizzato per lunedì 12 giugno, alle 17, nell’ambito del ciclo “Le nuove froniere dell’archeologia”, Accademia delle Scienze - Via Zamboni 31), l’incontro “Scoprire l’acqua calda tra etruscologi e idrogeologi. I Bronzi etruschi del Bagno Grande di San Casciano”, promosso da Giuseppe Sassatelli, professore emerito dell'Alma Mater, uno degli etruscologi più noti e autorevoli in Italia.


Saranno presenti l’archeologo Jacobo Tabolli, coordinatore degli scavi, e l’idrogeologo Marco Petitta che fa parte del team per la salvaguardia delle falde delle acque termali, per illustrare l'importante scoperta.

“La conferenza rappresenta una straordinaria occasione per approfondire la scoperta del più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai riportato in luce per l’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo attraverso la testimonianza diretta di chi lavora sul campo. Jacobo Tabolli e Marco Petitta illustreranno il loro scavo che permette di ricostruire una serie di informazioni storiche legate ai luoghi di culto in un periodo delicatissimo e cruciale che vede in quest’area il passaggio tra Etruschi e Romani. Quello che è stato ritrovato darà agli studiosi materiale di lavoro per i prossimi 30 o 40 anni" - spiega il prof. Giuseppe Sassatelli.

LA SCOPERTA

Frutto della collaborazione tra la comunità locale di San Casciano dei Bagni, l’Università per Stranieri di Siena, la Soprintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo, la scoperta è avvenuta a San Casciano dei Bagni all’inizio dell’autunno scorso durante la sesta campagna di scavi nel santuario ritrovato del Bagno Grande – così nominato dagli archeologi per l’ampiezza dell’antica vasca alimentata copiosamente da un sorgente termale ancora ben attiva.

Sono venute alla luce ventiquattro statue (intere e in parti) tutte di provenienza etrusca e databili dal secondo secolo a.C. all'inizio del primo secolo d.C., che costituiscono uno dei più importanti depositi di statue del mondo antico mai ritrovato in Italia perché l'unico di cui si possa ricostruire interamente il contesto. Si tratta di statue raffiguranti divinità venerate nel luogo sacro e personaggi offerenti, rinvenute insieme a riproduzioni sempre in bronzo di parti anatomiche per le quali si chiedeva l’intervento curativo attraverso le acque. Dal fango caldo sono riemerse, fra le altre, effigi di Igea e di Apollo, e anche un bronzo di uomo togato che richiama il celebre Arringatore. L’eccezionale stato di conservazione delle statue nel fango e nell’acqua della sorgente termale riguarda anche le iscrizioni in etrusco e latino presenti sui bronzi.

È prevista l’apertura di un nuovo Museo archeologico per i reperti del santuario, nel palazzo dell'Arcipretura di San Casciano appena acquistato dallo Stato, la realizzazione di un parco archeologico termale e di un hub di ricerca universitaria internazionale.


L'ingresso all'evento è gratuito e si svolge anche online su Zoom.

Scoprire l’acqua calda tra etruscologi e idrogeologi. I Bronzi etruschi del Bagno Grande di San Casciano

12 Giugno 2023

ore: 17:00

Accademia delle Scienze (Via Zamboni, 31 - Bologna) e online su Zoom

Ingresso libero

Incontro con Jacopo Tabolli e Marco Petitta, una straordinaria occasione per approfondire la scoperta del più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai riportato in luce per l’Italia antica, e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo attraverso la testimonianza diretta di chi lavora sul campo.

Jacobo Tabolli e Marco Petitta illustreranno il loro scavo che permette di ricostruire una serie di informazioni storiche legate ai luoghi di culto in un periodo delicatissimo e cruciale che vede in quest’area il passaggio tra Etruschi e Romani.

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