Con una popolazione in crescita da sfamare e il cambiamento climatico in corso è sempre più urgente investire in una produzione che sia efficiente, sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Ed è verso questa direzione che punta la ricerca del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna, che – come sottolinea la direttrice Rosalba Lanciotti – vede negli studenti e nelle studentesse del dottorato di ricerca la "punta di diamante" di questo percorso.
Sua l’apertura dell’evento che si è svolto il 9 giugno, "La Ricerca in 3 minuti - Giornata green del dottorato", iniziativa partner della EU Green Week, durante la quale trenta studenti del terzo anno dei dottorati del DISTAL – alcuni dei quali realizzati in collaborazione con altri Dipartimenti – hanno raccontato in tre minuti ciascuno le loro ricerche, gli obiettivi e i risultati già raggiunti.
A moderare la mattinata – i cui interventi sono rimbalzati tra i campus di Bologna e Cesena e la sede di Imola – Massimiliano Petracci, coordinatore del dottorato in "Scienze e tecnologie agrarie, ambientali e alimentari", da Bologna, Patrizia Tassinari, coordinatrice del dottorato in "Salute, sicurezza e sistemi del verde", da Imola, e Santina Romani, referente tematica di "Scienze e Biotecnologie degli Alimenti", da Cesena, coadiuvati da esponenti del mondo imprenditoriale: Emanuela Simonetti (Kamut Enterprises of Europe), Roberto Saponelli (Sacmi Group), Anna Fontana (Biolochim spa), Alessandro Giunchi (Filiera ortofrutticola romagnola) e Barbara Aminti (Germina srl).
I temi toccati dalle dottorande e dai dottorandi nelle loro esposizioni sono stati davvero tanti: si è passati dalle ricerche tese a proteggere il seme nella fase della germinazione riducendo al contempo il rilascio di particelle di microplastica e pesticidi, a quelle che studiano gli effetti delle plastiche biodegradabili sulla fertilità e la funzionalità del suolo o a quelle che si concentrano sui geni di varianti che possono essere utilizzate contro la siccità.
L’ottica è sempre quella di un contesto in cui l’uso di fitosanitari deve ridursi in virtù di regolamentazioni europee sempre più stringenti in questo senso. Infatti, se in passato la filosofia agricola è stata quella di stressare l’ambiente per adattarlo alle varietà che si volevano coltivare, oggi – al contrario – si devono selezionare varietà con apparati radicali in grado di contrastare lo stress idrico.
Cruciale anche il focus dedicato alle politiche alimentari urbane: l’idea è quella di progettare modelli di governance inclusivi tesi a dotarsi di politiche del cibo, certamente anche a partire da uno sguardo su quali e quante politiche del cibo siano già attive nei territori e, ancora, a quanto si sprechi ad esempio nelle mense scolastiche, verdura soprattutto. È emerso poi quanto sia importante, sempre sul fronte delle politiche agrarie, analizzare le trasformazioni socio-demografiche che condizionano il mercato fondiario e influenzano l’agricoltore nella scelta o meno di allargare la propria azienda acquistando nuovi terreni.
Un focus molto interessante di alcuni dottorandi è stato quello del rapporto tra sistemi verdi e salute, benessere, qualità della vita, in chiave di sostenibilità sia ambientale che energetica. Simulazioni consentono di progettare strutture in modo ottimale e sostenibilità delle produzioni. La genetica agraria risulta essere, inoltre, la grande frontiera, fondamentale nell’evidenziare i geni che causano anomalie. E la vertical farm un’altra frontiera nella direzione di un’agricoltura più efficiente dal punto di vista energetico, così come la progettazione di nuove imbarcazioni per la pesca a strascico può ridurre l’uso del carburante. La sostenibilità è il fil rouge della ricerca del DISTAL e il futuro non può che passare dai dottori di ricerca.