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Lutto in Ateneo. È scomparso Luciano Bignozzi

Già professore di Clinica chirurgica Veterinaria dell’Alma Mater, a lui si devono le prime applicazioni in Italia delle tecniche di osteosintesi per fratture delle ossa lunghe di cavalli, con esiti favorevoli anche al fine della ripresa dell’attività agonistica

Si è spento il 26 novembre il prof. Luciano Bignozzi, già docente di Clinica chirurgica Veterinaria dell’Alma Mater.

Nato a Bondeno (Fe) il 26 luglio 1928, il prof. Bignozzi si era laureato a Bologna in Medicina Veterinaria nel 1951. Ha iniziato una lunga carriera accademica come Assistente Volontario, Straordinario, Incaricato ed Ordinario. Ha conseguito due libere docenze che lo hanno portato al ruolo di Professore Ordinario nel 1974, che ha svolto su diverse materie del settore di Chirurgia Veterinaria.

Nel corso della sua attività accademica ha svolto studi, documentati da oltre 200 pubblicazioni scientifiche, sulla patologia e la clinica chirurgica nelle principali specie domestiche, con particolare attenzione al trattamento chirurgico delle affezioni ortopediche e addominali del cavallo. È stato Direttore dell’Istituto di patologia speciale e Clinica Chirurgica Veterinaria dal 1983 sino alla creazione dei Dipartimenti.

La sua attività scientifica nelle discipline della chirurgia veterinaria si è affiancata a quella clinica, particolarmente intensa e riconosciuta sia nell’ambito accademico che in quello professionale. Inizialmente svolta su diverse specie domestiche, essa si è poi concentrata sui grandi animali come il bovino ma soprattutto sul cavallo, con specifica attenzione alla chirurgia addominale, utile in quella specie per la risoluzione delle dislocazioni intestinali, ed alla riparazione delle fratture e al trattamento delle patologie articolari. A lui si devono le prime applicazioni in Italia delle tecniche di osteosintesi per fratture delle ossa lunghe di cavalli, con esiti favorevoli anche al fine della ripresa dell’attività agonistica.

Uomo di grande cultura ed umanità, grazie alla sua opera la Clinica Chirurgica Veterinaria dell’Università di Bologna, diventò fin dagli anni ’80 un punto di innovazione, riferimento e referenza a livello nazionale con riconoscimenti anche dalla comunità scientifica europea.