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Lutto in Ateneo. E’ scomparso Dino Buzzetti

Già professore di storia della filosofia medievale all'Alma Mater, è stato uno dei grandi pionieri dell’informatica umanistica a livello nazionale e internazionale

E' scomparso improvvisamente ieri il prof. Dino Buzzetti, già professore dell'Università di Bologna.

Laureato in filosofia all'Alma Mater, ha svolto sin da subito in Ateneo attività di ricerca e di insegnamento nel campo della storia della filosofia, diventando professore associato di Storia della filosofia medievale nel 1982.

In Unibo ha insegnato anche Storia della filosofia antica (1985-1991) e un Informatica documentale applicata alla rappresentazione di fonti storiche presso la facoltà di Conservazione dei beni culturali della sede di Ravenna (1993-2001). Successivamente (2004-2010) ha tenuto il corso di Informatica umanistica per gli studenti del corso di laurea in Filosofia. Ha trascorso vari periodi di ricerca e di insegnamento presso le università di Münster, Göttingen, Colonia, Bergen, la Brown University e la Universidad Nacional Autónoma di Città del Messico.

 

I suoi interessi di ricerca si sono rivolti prevalentemente allo studio delle teorie logiche e della loro relazione con le dottrine filosofiche, teologiche e metafisiche di autori moderni (Mill, Locke) medievali (Anselmo, Duns Scoto) e tardo-antichi (Proclo), e forte è stato il suo contributo al campo dell’informatica umanistica. Il prof. Buzzetti si è infatti occupato anche di testualità digitale e di edizioni critiche digitali di testi del medioevo latino.

 

E' stato uno dei grandi pionieri dell’informatica umanistica (o humanities computing, come amava chiamarla lui): è anche grazie a lui che le Digital Humanities costituiscono, nell’Ateneo di Bologna, un fecondo campo di studi che gode di un ampio riconoscimento a livello nazionale e internazionale.

 

Sarà possibile dare un ultimo saluto al prof. Buzzetti venerdì 28 aprile, dalle 9 alle 10, nella camera ardente in Certosa a Bologna. Seguirà, dalle 10 alle 12, una cerimonia laica al Pantheon, sempre in Certosa.