I resti appartenenti ai tre individui neanderthaliani (Immagine: MNCN-CSIC / IPHES-CERCA / Frontiers in Earth Science)
Uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Earth Science annuncia la scoperta di 54 resti di Neanderthal, rinvenuti nel sito di Cova Simanya, una grotta che si trova circa cinquanta chilometri a nord di Barcellona, in Spagna. Si tratta della raccolta più significativa di resti di Neanderthal in Catalogna e una delle più importanti in tutta la penisola iberica. I resti risalgono a oltre 50.000 anni fa.
Il gruppo di ricerca impegnato nell’analisi dei reperti ha coinvolto anche Sahra Talamo, professoressa al Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” dell’Università di Bologna, per le datazioni al radiocarbonio svolte nel Laboratorio di radiocarbonio BRAVHO (Radiocarbon laboratory devoted to Human Evolution).
L'ipotesi della possibile presenza di resti di Neanderthal nel sito di Cova Simanya è nata dallo studio di un insieme di materiali conservati al Museo Archeologico della Catalogna, provenienti da interventi di scavo effettuati tra il 1978 e il 1979. Nel 2020 è stato quindi avviato un progetto di ricerca specifico, con l'obiettivo primario di studiare in modo approfondito i resti fossili umani rinvenuti nel sito e il loro contesto archeo-paleontologico.
Al tempo stesso, campagne di scavo più recenti a Cova Simanya hanno permesso di ricostruire l'origine e la storia dei resti di Neanderthal, recuperando anche nuovi esemplari. Nel complesso, gli strumenti di pietra recuperati, le ossa di animali lavorate dai Neanderthal e tracce documentate di focolari suggeriscono che Cova Simanya fosse un sito importante per le popolazioni vissute nel Paleolitico medio.
I 54 resti di Neanderthal analizzati sono stati attribuiti dagli studiosi a tre individui: un adulto, probabilmente una donna, un giovane di circa 11-12 anni e un bambino di circa 7-8 anni. Nel complesso, l'insieme dei reperti presenta caratteristiche anatomiche inequivocabili che permettono di attribuirli chiaramente ai Neanderthal. Si tratta di elementi che aiutano non solo a differenziare questi individui da altre specie del genere Homo, ma ci aiutano anche a capire meglio la distribuzione geografica dei Neanderthal che popolavano l'Europa (e delle loro linee genetiche) prima dell'arrivo della nostra specie, l'Homo sapiens.
Oltre allo sfruttamento di Cova Simanya da parte dei Neanderthal, il lavoro sul campo degli studiosi ha mostrato che la cavità è stata anche rifugio per il letargo sia per l’orso bruno che per l'orso delle caverne: un uso, questo, che si è esteso almeno fino a 42.000 anni fa. Inoltre, la grotta è stata utilizzata sporadicamente anche molto più tardi, dal periodo neolitico fino a tempi molto più recenti.
La vicinanza di Cova Simanya ad altri siti archeologici del Paleolitico medio come quello di Coves del Toll (Moià), Abric Romaní (Capellades) o la Cova Gran de Collbató, evidenzia che la Catalogna Centrale è stata un territorio chiave per le attività e gli insediamenti dei Neanderthal durante il Pleistocene superiore. Nelle prossime campagne di scavo, il gruppo di ricerca prevede di continuare i lavori nel complesso carsico di Simanya, comprese la Cova del Triangle e la Cova de la Canal, situate a soli cinquanta metri di distanza, con l'obiettivo di approfondire la conoscenza dell'insediamento preistorico in questo territorio.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Frontiers in Earth Science con il titolo “A new assemblage of Late Neanderthal remains from Cova Simanya (NE Iberia)”. Per l’Università di Bologna ha partecipato la professoressa Sahra Talamo del Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician”.