Mohamed Mohy Elkarmoty è stato ed è attualmente il co-coordinatore del progetto di ricerca ScanPyramids che ha portato alla luce l’esistenza di un corridoio nella piramide di Cheope.
Nato da una collaborazione tra la Facoltà di Ingegneria dell'Università del Cairo e l'istituto Heritage, Innovation and Preservation (Francia), sotto la supervisione del Ministero delle Antichità egiziano, il progetto vede, tra i partner scientifici, anche l'Università di Nagoya (Giappone), il Commissariato per l'energia atomica e le energie alternative - CEA (Francia), Università Laval (Canada) e Università tecnica di Monaco (Germania).
Oggi docente presso la Facoltà di Ingegneria-Università del Cairo, il prof. Elkarmoty ha conseguito nel 2018 il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali - DICAM dell’Università di Bologna ed è attualmente responsabile scientifico del progetto GEB (Geothermal Energy Capacity Building in Egypt, Erasmus+), di cui l’Università di Bologna è partner (Responsabile scientifico prof. Stefano Bonduà).
La nuova scoperta è stata pubblicata su Nature Communications, con l’articolo "Precise characterization of a corridor-shaped structure in Khufu’s Pyramid by observation of cosmic-ray muons" e su NDT & E International l’articolo "Localization and shape determination of a hidden corridor in the Great Pyramid of Giza using non-destructive testing".
Durante il suo dottorato all'Alma Mater, in Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali, gruppo di Ingegneria Mineraria, Mohamed aveva approcciato la tecnica non distruttiva del Ground Penetrating Radar (GPR), per la caratterizzazione dello stato di fratturazione di ammassi rocciosi in cave di rocce ornamentali per l’ottimizzazione della produzione (tutor Prof. Roberto Bruno per il primo anno e poi Prof. Stefano Bonduà). Tale tecnica è stata poi impiegata per la nuova scoperta.
L’esistenza di un vuoto dietro il portale, chiuso con enormi blocchi di roccia, era stata già rilevata grazie al progetto di ricerca ScanPyramids, ricerca effettuata nel 2016 con il metodo dei muoni e raggi cosmici (2016-2020). Dopo il vuoto è stato quindi confermato dalle misurazioni GPR e Ultra Sound Test (UST) (2020-2022). Le conclusioni di tutti i risultati rivelano che esiste un corridoio nascosto (da 4500 anni) dietro un arco a forma di V rovesciata (Chevron), nominato ScanPyramids North Face Corridor, che ha una larghezza di 2.1 m, una lunghezza di 9 m, un'altezza massima di 2.3 m, con la volta del soffitto a forma di V rovesciata.
Ma non era stato possibile “vedere” dietro il portale. Nel febbraio 2023, grazie all’utilizzo di GPR ad alta frequenza, è stato possibile individuare una piccola apertura fra i blocchi del muro, sufficiente a far passare una telecamera da foro (borehole endoscopy) che ha permesso di ottenere le immagini della stanza.
La ricerca continua con tecniche non distruttive, per sapere cosa c'è dietro o sotto questo corridoio e con un obbiettivo più ampio, per cercare e identificare le strutture nascoste nelle piramidi.