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Tutte le opportunità delle fattorie verticali: Bologna ha ospitato VertiFarm2024

La terza edizione del workshop internazionale dedicato al vertical farming è stato organizzato dall'Università di Bologna. I partecipanti hanno potuto anche visitare AlmaVFarm, la vertical farm sperimentale dell'Alma Mater, caso unico in Italia e tra i pochi in Europa


Con circa 250 partecipanti provenienti da 31 paesi e da 5 continenti si è concluso VertiFarm2024, il terzo workshop internazionale dedicato al vertical farming: fattorie verticali nelle quali le piante vengono coltivate in strutture idroponiche multilivello, illuminate da luce artificiale e in ambienti climatizzati. L’evento è stato organizzato dall'Università di Bologna sotto l'egida del Comune di Bologna e delle principali società scientifiche nazionali e internazionali del settore: ISHS (International Society for Horticultural Science) e SOI (Società Italiana di Scienze Orticole).

Obiettivo dell’appuntamento è promuovere la diffusione della ricerca e l’incontro tra esperti del vertical farming e operatori tecnici. Le edizioni scorse si sono svolte a Wageningen (Paesi Bassi), nel 2019, e nel 2023 a Chengdu (Cina); la quarta edizione si terrà ad Anversa (Belgio), nel 2027, e la quinta ad Athens (Georgia, USA), nel 2029.


Sul palco a Bologna si sono alternati 93 relatori che hanno fornito una panoramica olistica del settore dell'agricoltura verticale oggi discutendo i possibili sviluppi futuri.

"Durante le quattro giornate di workshop ci siamo concentrati su più punti: si è parlato dell’utilizzo dell'illuminazione artificiale nelle vertical farm, delle visioni innovative che la ricerca apporta al settore, di diversificazione delle colture nelle vertical farm, ma anche di analisi di modelli di business di successo dell'agricoltura indoor", spiega Francesco Orsini, professore ordinario al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Università di Bologna. "Si è discusso, inoltre, di quanto l’agricoltura verticale sia sostenibile, e non sono mancati momenti di confronto sul ruolo che le vertical farm possono svolgere nello sviluppo della produzione di colture innovative (fino alla cannabis medicinale) e incontri di approfondimento sui risvolti sociali che questo tipo di colture possono portare con sé: ne sono un esempio lampante i progetti con tecnologie idroponiche semplificate che stiamo portando avanti in paesi del Sud del Mondo come il Kenya, la Nigeria, El Salvador e la Colombia, dove ad essere coinvolte nella coltivazione sono comunità di agricoltori e donne".

Durante il workshop i partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare AlmaVFarm, la vertical farm sperimentale dell'Università di Bologna (caso unico in Italia e tra i pochi in Europa), insieme ad altre infrastrutture sperimentali, come ad esempio le camere di coltivazione per ricerca sull’illuminazione artificiale del LEDLab UNIBO. Le visite hanno portato i partecipanti anche a conoscere SalusSpace, un progetto di inclusione sociale incentrato sull’innovazione tecnologica in agricoltura, dove sono presenti container marittimi ricondizionati nei quali l’Università e il Comune di Bologna, insieme a diverse associazioni del terzo settore, realizzano attività sperimentali sulla produzione di funghi, piante orticole e aromatiche in sistemi di vertical farming.

L'intera manifestazione è stata sostenuta da 15 sponsor che hanno contribuito, a diversi livelli, alla riuscita della manifestazione. La cooperativa di ristorazione che si è occupata dell’evento - Eta Beta - è una cooperativa che dal 1992 porta inclusione sociale attraverso l'artigianato, l'arte, l'agricoltura urbana e la ristorazione a Bologna.