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La professoressa Barbara Zanuttigh è membro del Costal Engineering Research Council

Grazie alla sua attività di ricerca nel campo dell’ingegneria marittima, costiera, delle energie rinnovabili marine e in particolare ai suoi pionieristici studi per aumentare la resilienza delle aree costiere con soluzioni ecocompatibili, la professoressa del DICAM è l’unica scienziata italiana a far parte del CERC

Barbara Zanuttigh, Professoressa di Idraulica costiera al Dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, è stata invitata a diventare membro - l’unico italiano - del Costal Engineering Research Council di ASCE - American Society of Civil Engineers, ente americano di spicco nel panorama internazionale, volto a promuovere le più innovative soluzioni di ingegneria costiera e marittima.

Nato nel 1950, il CERC è stato storicamente composto quasi unicamente da membri americani. Oggi ne fanno parte dodici scienziati di cui, oltre a due americani, uno australiano, uno canadese, uno cileno, uno taiwanese, uno giapponese e cinque europei.

La professoressa Zanuttigh diviene membro del CERC grazie alla sua attività di ricerca condotta in un'ottica interdisciplinare nel campo dell’ingegneria costiera e marittima. Di particolare rilievo sono i suoi studi per la valutazione del rischio costiero e sulla interazione onda-struttura, che le sono valsi anche l'inclusione nel team EurOtop. Significativi i contributi sulla conversione delle piattaforme off-shore e sullo studio di dispositivi per la produzione di energia rinnovabile marina.

È stata coordinatrice della proposta SMART-COASTS, fra le quattro vincitrici dall’Horizon Impact Award 2019, premio promosso dalla Commissione Europea e assegnato ai progetti di ricerca che con le loro azioni e risultati hanno generato un significativo impatto sociale in Europa e nel mondo. Utilizzando un approccio olistico e centrato sulla persona, il progetto ha consentito di definire strategie efficaci per aumentare la resilienza delle aree costiere, per la loro protezione dalle inondazioni e dall’erosione, nonché dalle conseguenze del cambiamento climatico, preservandone il vulnerabile ecosistema e gestendone le risorse in modo sostenibile.