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In mostra al Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari le razze antiche e autoctone dell’Emilia-Romagna

Asini, bovini, oche, anatre, cavalli, pecore e tanti altri, insieme ai loro allevatori: la biodiversità zootecnica emiliano-romagnola raccontata in venti scatti


Venti scatti per raccontare la biodiversità zootecnica dell’Emilia-Romagna, in mostra al Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna. L’esposizione, raccolta anche in una pubblicazione, si chiama “Itinerari della biodiversità e dell’etnologia agro-zootecnica della Regione Emilia-Romagna e sua divulgazione” e presenta ritratti degli allevatori del territorio con i loro animali, selezionati tra quelli appartenenti a razze antiche e autoctone.

Il progetto è curato da Daniele Bigi, ricercatore al Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari e autore degli scatti, insieme a Francesco Perri, funzionario regionale, ed Alessio Zanon, medico veterinario, esperto di biodiversità.

L'iniziativa è pensata per presentare una trentina di razze autoctone allevate in Emilia-Romagna (circa il 10% del totale a livello nazionale) e raccontarne il grande valore. Allo stesso tempo, il lavoro di ricerca che ha portato alla mostra e alla pubblicazione (scaricabile gratuitamente online) è stato l’occasione per aggiornare le schede relative a queste razze antiche e aggiungerne altre che non erano ancora state prese in considerazione, dimostrando l’importanza della biodiversità zootecnica e la sua sostenibilità.

"Ho potuto visitare tanti allevamenti e raccogliere immagini che esprimessero il rapporto tra gli allevatori e i loro animali: asini, bovini, oche, anatre, cavalli, pecore e tanti altri", racconta Daniele Bigi. "L’attenzione della mostra si focalizza su di loro, donne e uomini che si sono impegnati con orgoglio ad allevare queste razze nonostante le difficoltà".

Si tratta, infatti, di animali che spesso si trovano in zone marginali, magari montuose, e quindi sono meno produttivi rispetto alle razze più diffuse e selezionate: da qui la necessità di far conoscere e valorizzare queste produzioni, raccontando il grande valore che custodiscono grazie alla loro storia e alle loro specificità.

"Queste razze autoctone sono meno produttive, ma vengono allevate secondo principi molto etici, in situazioni di maggiore equilibrio e sintonia con l’ambiente", conferma Bigi. "Sono animali che non vengono forzati da un punto di vista alimentare, più longevi grazie alla rusticità che li caratterizza, il cui benessere è elemento importante".

Il progetto è nato da una collaborazione tra il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna e la Regione Emilia-Romagna, attraverso l’Assessorato Agricoltura - Settore programmazione, sviluppo del territorio e sostenibilità delle produzioni - Area agricoltura sostenibile, grazie ad un finanziamento del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.