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Affidabilità, trasparenza e riproducibilità della ricerca: il position paper dell'Università di Bologna

Per ribadire i principi fondamentali della ricerca occorre rafforzare la fiducia nella scienza da parte della società, ripensare i criteri di valutazione, favorire la trasparenza e la riproducibilità: sono le indicazioni emerse dal primo appuntamento della trilogia “Back to Fundamentals of Research”, promossa dall’Università di Bologna


Rafforzare il valore sociale della ricerca e la sua importanza agli occhi della società, valutarne la qualità rispettando la diversità di metodi e pratiche che definiscono discipline diverse, dare vita a un contesto che favorisca l’affidabilità, la trasparenza e la riproducibilità. Sono i punti centrali emersi nel corso del primo appuntamento della trilogia "Back to Fundamentals of Research", iniziativa dedicata ai fondamenti della ricerca scientifica e promossa dal Prorettore alla Ricerca dell’Università di Bologna, Alberto Credi.

L'incontro, organizzato in collaborazione con la professoressa Francesca Masini, Delegata per la scienza aperta e dati della ricerca dell’Alma Mater, è nato per indagare se e come affidabilità, trasparenza e riproducibilità possano essere tradotte in criteri di valutazione della qualità della conoscenza generata dalla ricerca.

"L’Alma Mater ha sottoscritto una proposta di riforma avanzata da CoARA, la Coalition for Advancing Research Assessment, che sposta l’asse della valutazione sulla qualità della ricerca anziché sulla quantità", spiega la professoressa Masini. "Per questo è cruciale riflettere criticamente sugli aspetti che concorrono a rendere la nostra ricerca di qualità, e su come valorizzarli in sede di valutazione".

L’evento ha visto la partecipazione di due keynote speaker esperti sul tema: Sabina Leonelli, professoressa di Filosofia e Storia della Scienza all’Università di Exeter, e Daniele Fanelli, professore di Metodi di Ricerca sociale all’Università Heriot-Watt. A cui sono seguite due tavole rotonde con esponenti istituzionali nazionali e internazionali, tra cui Daniele Livon (ANVUR) e Fabrizio Cobis (MUR), e con giovani ricercatori e ricercatrici dell'Università di Bologna protagonisti di buone pratiche da condividere (Francesco Chemello, Giulia Raffaella De Luca, Sara Fiorentino, Maria Teresa Galli, Alice Mattoni, Federico Ruggeri).

A valle dell’evento, l’Università di Bologna ha elaborato un position paper che illustra le principali sfide da affrontare e le raccomandazioni dell’Alma Mater.

"Con questo position paper, grazie al contributo di esperti e ricercatori, ed il coinvolgimento dell'intera comunità accademica, l’Alma Mater rafforza il proprio impegno nella creazione di un ecosistema della ricerca sempre più aperto e trasparente, attento alla qualità e alla diversità dei contributi", dichiara il Prorettore alla Ricerca, Alberto Credi. "Questo sforzo è finalizzato non solo a rendere la ricerca scientifica più affidabile, ma anche a contrastare la disinformazione e a ricostruire un rapporto di fiducia con i cittadini".

La trasparenza e la riproducibilità della ricerca – si legge nel documento – sono innanzitutto strumenti per rafforzare la fiducia e l’autorevolezza della scienza e della cultura agli occhi dell’opinione pubblica. Un obiettivo che sia i singoli ricercatori sia le istituzioni devono contribuire a raggiungere, puntando su etica e integrità e lavorando per rendere la ricerca sempre più inclusiva e sostenibile.

Al tempo stesso, la valutazione della ricerca deve tener conto delle differenti prospettive e culture scientifiche che animano le diverse discipline, adattando di conseguenza i criteri di valutazione. Per questo, gli studiosi propongono, tra l’altro, di considerare una maggiore varietà di contributi scientifici (dati, protocolli, metodologie, ecc.) nel momento in cui si valuta la ricerca, tenendo presente che il criterio della riproducibilità non è sempre applicabile allo stesso modo in tutti i contesti.

Infine, per favorire l’affidabilità, la trasparenza e la riproducibilità della ricerca è necessario creare un ambiente adatto, con processi e servizi che facilitino il più possibile il lavoro degli studiosi, con regolamenti semplici e flessibili che possano adattarsi alle diverse discipline, con finanziamenti adeguati a livello nazionale e internazionale e con un sostegno attivo all’attività dei giovani ricercatori.

Il position paper sancisce il posizionamento dell’Università di Bologna nel contesto nazionale e internazionale su temi che, ora più che mai, sono di grande importanza strategica. Inoltre, rappresenta la cornice all’interno della quale l’Università continuerà a muoversi per affrontare le sfide poste in maniera concreta e coerente con tutte le altre iniziative in corso sul versante dell’Open Science e della valutazione della ricerca.

Dopo il successo del primo incontro, la trilogia “Back to Fundamentals of Research” continuerà dopo l’estate con un nuovo appuntamento, dedicato all’interdisciplinarietà (9 ottobre), mentre il terzo evento sarà dedicato a etica e libertà accademica (4 dicembre).