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Lutto in Ateneo. E’ scomparso Vittorio Tomasi

Già docente di Fisiologia generale all'Alma Mater e membro dell'Accademia delle Scienze, è stato tra i promotori del corso di laurea in Scienze ambientali del Campus di Ravenna e ha dedicato la sua attività di ricerca alla fisiologia dei sistemi, all’endocrinologia e in particolare ai meccanismi di modulazione delle funzioni cellulari

Si è spento il prof. Vittorio Tomasi, già docente di Fisiologia generale presso il Dipartimento di Biologia Evoluzionistica e Sperimentale, oggi BIGEA.

Dopo essersi laureato nel 1964 in Chimica presso l'Università di Ferrara, e successivamente in Biologia, il prof. Tomasi ha iniziato la sua carriera accademica presso la stessa università nel 1965, nell'allora istituto di Fisiologia generale. Ha completato la sua formazione presso l'Università di Utrecht, in Olanda, e poi a Rochester, USA, per due anni. Ha poi vinto il concorso a cattedra presso l'università Federico II di Napoli, ed è stato chiamato presso l'università di Bologna dopo pochi anni. In Unibo ha coperto il ruolo di Professore ordinario di Fisiologia generale presso il Dipartimento di Biologia Evoluzionistica e Sperimentale, oggi BIGEA, fino al suo ritiro nel 2011. Alla fine degli anni ’90 è stato fra i promotori del corso di laurea in Scienze ambientali al Campus di Ravenna, presso il quale ha insegnato fino al 2000.

Membro dell'Accademia delle Scienze, è stato Presidente della Società Italiana di Fisiologia nel triennio 2001-2003. La sua attività è stata dedicata principalmente alla ricerca, con spiccato interesse e risultati innovativi nei campi della fisiologia dei sistemi e dell’endocrinologia, e in particolare nello studio dei meccanismi di modulazione delle funzioni cellulari.

Autore di molte pubblicazioni scientifiche su riviste prestigiose, insieme ai suoi allievi bolognesi ­(fra cui Marina Orlandi e Enzo Spisni, continuatore del suo lavoro presso il dipartimento BIGEA), di una decina di review e di libri universitari per i corsi di fisiologia, il prof. Tomasi era uomo di profonda cultura, aperto e curioso anche nel campo delle discipline umanistiche. Fino al termine della sua vita, ha continuato a impegnarsi nell’ambito della fisiopatologia, ma si è occupato anche di archeologia e storia, con una particolare passione per la cultura della Grecia antica; una Grecia così amata da farne la meta di tanti viaggi.

Gli allievi gli sono stati sempre riconoscenti per la sua passione e generosità di docente, e la comunità scientifica lo ha sempre ammirato per le brillanti intuizioni che l’hanno condotto a comprendere con grande anticipo il rilievo di alcuni fondamentali temi di ricerca: pioneristici i suoi studi sulle prostaglandine, alla fine degli anni ’70, e sulle proteine prioniche – con un finanziamento FIRB ottenuto nel 2005 – prima che il mondo conoscesse la sindrome della mucca pazza.

Le esequie si terranno martedì 31 dicembre. Alle 14.10 è prevista la partenza dalla camera mortuaria dell’ospedale Sant’Anna di Ferrara, aperta dalle 13.00, per celebrare la cerimonia alle 14.40 presso il Tempio della Certosa (Chiesa di San Cristoforo).