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Cambiamento climatico nel Delta del Po: un nuovo modello di gestione del territorio e delle acque

L’area dell’Oasi di Punte Alberete, della Pialassa Baiona, della Valle della Canna e della Pineta di San Vitale è uno dei siti sperimentali del progetto ACTION, che metterà in campo soluzioni basate sulla natura per la salvaguardia degli ecosistemi e per garantire una maggiore resilienza ai cambiamenti del clima


Nel Parco del Delta del Po si sperimentano soluzioni per ottimizzare l’utilizzo e la gestione delle acque in risposta al cambiamento climatico. Nell’Oasi di Punte Alberete, nella Pialassa Baiona, nella Valle della Canna, nella Pineta di San Vitale, il gruppo di ricerca del progetto europeo ACTION – che coinvolge anche l’Università di Bologna – è al lavoro per la salvaguardia degli ecosistemi e per garantire una maggiore resilienza ai cambiamenti del clima.

Finanziato sui fondi Interreg Italia-Croatia 2021-2027, ACTION si concentra sugli ecosistemi costieri dell’Adriatico, oggi minacciati dall’aumento del livello marino, che causa perdita di biodiversità, e dalla salinizzazione delle acque e dei suoli. L’obiettivo è promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione del rischio di catastrofi mettendo in campo soluzioni basate sulla natura (NBS – Natural Based Solution).

"Le aree costiere basse e sabbiose come quelle del Delta de Po sono ecosistemi fragili, ambienti dinamici e complessi dove l’urbanizzazione, l’industria, il turismo, la pesca e le attività agricole coesistono e interagiscono", spiega Beatrice Giambastiani, professoressa associata al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali e responsabile scientifico del progetto per l'Università di Bologna. "In particolare, il contesto costiero emiliano-romagnolo si presenta come uno scenario molto delicato: la combinazione di una topografia pianeggiante, un intenso drenaggio idraulico e precipitazioni concentrate in pochi eventi estremi sta portando da un lato alla quasi totale assenza di ricarica superficiale degli acquiferi e dall'altro all'urgenza di adottare strategie innovative per la gestione dell'acqua".

Per questo saranno messi a sistema tutti i parametri ambientali raccolti negli ultimi decenni, integrandoli con nuovi dati, in modo da comporre un quadro conoscitivo esaustivo dell'area. Integrando le informazioni raccolte con gli scenari climatici previsti, gli studiosi potranno così individuare le principali minacce attese nel territorio del Delta del Po, con l’obiettivo di redigere un piano di gestione dell’area e un nuovo modello idraulico di gestione delle acque.

"Le conseguenze del cambiamento climatico possono causare repentine variazioni di parametri ambientali che a loro volta si ripercuotono sull’intero ecosistema, interessando direttamente anche la nostra vita quotidiana", dice ancora Giambastiani. "Il nuovo piano di gestione e il nuovo modello idraulico permetteranno quindi la salvaguardia degli ecosistemi unici di quest’area, garantendo una maggiore resilienza con ricadute positive anche per le comunità costiere che vi risiedono".

Il Dipartimento di Scienze Geologiche, Biologiche e Ambientali dell'Alma Mater (Campus di Ravenna) è uno degli otto partner del progetto ACTION, insieme al Comune di Ravenna (capofila di progetto), Parco Delta del Po, Istituto Delta Ecologia Applicata, Vransko Lake Nature Park, Ruđer Bošković Institute, Parco Naturale Regionale Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo, e la città di Ploče. Oltre a quello ravennate, gli altri tre siti sperimentali del progetto sono: il Parco Naturale Regionale Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonado (Puglia), il Parco Naturale del lago Vransko e il delta del fiume Neretva, entrambi in Croazia.