Sono trascorsi sessant’anni dalla pubblicazione di Understanding Media: The Extensions of Man (in italiano Gli strumenti del comunicare) di Marshall McLuhan, che proponeva riflessioni all’epoca considerate quasi fantascientifiche sul concetto di “medium/media”. Cosa rende il saggio ancora oggi un classico condiviso, utile per affrontare nuove sfide e storicizzare quelle già vissute? Ad approfondire il tema sarà la tavola rotonda UNDERSTANDING MEDIA 60 anni dopo - promossa dal Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne, dal Dipartimento delle Arti dell’Alma Mater e dal DAMSLab - che si terrà martedì 12 novembre, alle 15.30, al Teatro del DAMSLab (Piazzetta Pasolini 5/B, Bologna).
Apriranno l’evento i saluti di Antonio Corradi, Cluster-ER Innovate, Università di Bologna. Parteciperanno al dibattito Stefano Cristante (Università del Salento), Luca Gaeta (Politecnico di Milano), Paolo Granata (Università di Toronto), Stefano Moriggi (Università di Modena e Reggio Emilia) e Mario Pireddu (Università della Tuscia), moderati da Elena Lamberti e Roberta Paltrinieri (Università di Bologna).
Il volume di Mc Luhan ha anticipato di fatto il divenire di un mondo sempre più tecnologicamente interconnesso e, anche per questo, culturalmente, politicamente ed economicamente interdipendente. Nelle sue pagine iniziali, l’autore portava le lettrici e i lettori a riflettere sulle caratteristiche fisiologiche e neurologiche dei media e sul loro essere o meno coinvolgenti, iniziando così a tracciare gli effetti delle nuove tecnologie sui singoli individui e sulle società. I suoi capitoli approfondivano poi il grado di coinvolgimento intrinseco di diversi media - dal telefono alla radio, dal gioco alla stampa - attraverso una scrittura originale e discontinua, che fonde i linguaggi delle avanguardie artistico-letterarie con quelli del saggio accademico e dell’alta divulgazione.
Per contenuti e forma, Understanding Media: The Extensions of Man è diventato nel tempo un punto di riferimento importante per molte aree di ricerca, un collante tra saperi diversi, creando un territorio comune tra letterati, sociologi, pedagogisti, massmediologi, ingegneri, urbanisti, artisti e molti altri.
La tavola rotonda vedrà la partecipazione di studiose e studiosi che, rappresentando diverse tradizioni della ricerca accademica non solo italiana, rifletteranno proprio sull’impatto che il volume ha avuto nei loro rispettivi campi.
L’incontro, a ingresso libero, è aperto a studentesse e studenti, docenti dell’Università di Bologna e al pubblico.