Benefici per il 60% delle famiglie accolte nelle comunità per genitori e figli, con la percentuale di madri disoccupate che, dopo il periodo di accoglienza, cala di 20 punti. Sono i risultati della ricerca condotta da Laura Palareti, professoressa di Psicologia sociale del Dipartimento di Scienze dell'Educazione "Giovanni Maria Bertin" (EDU) dell’Alma Mater, e Giorgia Olezzi, responsabile del settore Accoglienza genitori-figli di Open Group. L’indagine, svolta nell’ambito del dottorato industriale in Scienze pedagogiche co-finanziato dalla cooperativa, sarà discussa giovedì 20 febbraio a Bologna durante il convegno “Alleanze per il futuro – Ricerca partecipata, pratiche e politiche nelle comunità di accoglienza per genitori e figli”.
Dopo i saluti istituzionali dell’assessora regionale Isabella Conti, della prof.ssa Lucia Balduzzi (vicedirettrice EDU) e del presidente di Open Group Giovanni Dognini, nel corso della mattinata - organizzata in occasione della Giornata internazionale della giustizia sociale dal Dipartimento di Scienze dell'Educazione e da Open Group in collaborazione con Open Formazione, Coordinamento nazionale comunità accoglienti (CNCA) e Coordinamento nazionale comunità per minorenni (CNCM) - docenti, ricercatori ed esperti si confronteranno su quanto emerso dalla ricerca.
Le comunità di accoglienza per genitori e figli sono strutture che ospitano genitori, prevalentemente madri, con diversi tipi di fragilità: sono persone in situazioni di emarginazione sociale, povertà e deprivazione, con storie traumatiche alle spalle o con disagio psichico e consumo di sostanze, oppure che hanno subito violenze o provengono da percorsi migratori particolarmente difficili. Nelle comunità ricevono sostegno per sviluppare le loro competenze genitoriali e favorire la loro integrazione sociale e lavorativa, avendo come obiettivo primario il benessere dei figli.
“Con la ricerca abbiamo voluto esplorare uno strumento di welfare sempre più ricorrente, ma poco studiato a livello accademico in Italia e all’estero, che permette di migliorare la vita delle persone che accoglie, costruendo attorno a loro una rete di supporto. Approfondire il funzionamento delle comunità per genitori e figli, analizzando i risultati che producono alla luce dell’intero sistema di servizi e normative presenti sul territorio, è fondamentale per potenziare, migliorare e diffondere questa tipologia di intervento”, hanno sottolineato Laura Palareti, impegnata da anni nello studio dei modelli di intervento adottati nelle comunità residenziali, e Giorgia Olezzi.
La ricerca restituisce un quadro complessivo delle famiglie accolte nelle comunità, dei tempi e degli esiti a breve termine dei percorsi di accoglienza, delle metodologie adottate dagli operatori e delle sfide che le équipe educative si trovano ad affrontare quotidianamente. L’indagine ha coinvolto 31 comunità di tutta Italia, per la maggioranza in Emilia-Romagna, Lombardia e in Friuli-Venezia Giulia, e un campione di 790 mamme e 1.106 bambini.
Il lavoro svolto sarà illustrato, a marzo, anche a Boston: su invito dell’Association of children’s residential & community services (ACRC), le ricercatrici racconteranno le politiche e le esperienze delle comunità di accoglienza per genitori e figli in Italia, mostrando le implicazioni di un servizio di welfare ancora poco diffuso e che si sta dimostrando efficace per tutelare adulti con fragilità e minorenni.