Nell’antica città romana di Suasa, in provincia di Ancona, gli archeologi dell’Università di Bologna hanno portato alla luce un ampio quartiere produttivo che si sviluppava lungo la via principale.
La scoperta è arrivata grazie all’ultima campagna di scavo nel sito archeologico marchigiano, a cui hanno partecipato una quarantina di studentesse e studenti dei dipartimenti di Storia Culture Civiltà e di Beni Culturali dell’Università di Bologna.
“L'obiettivo delle ricerche di quest’anno era indagare i limiti della città, per comprendere meglio il passaggio tra l’abitato e la necropoli: per questo abbiamo iniziato con una campagna preliminare di indagini non invasive, con fotografie da drone e rilievi geofisici”, spiega Enrico Giorgi, professore al Dipartimento di Storia Culture e Civiltà dell'Alma Mater, che dirige la missione archeologica. “La campagna di scavo che è seguita ha poi permesso di portare alla luce un grande quartiere produttivo, con strutture che si spingono in profondità per oltre cinque metri, insieme a una straordinaria quantità di monete e alcuni vasi quasi integri”.
Realizzate in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Province di Ancona e Pesaro e Urbino e grazie al sostegno del Comune di Castelleone di Suasa e del Progetto Alma Scavi dell’Università di Bologna, le ricerche sono state condotte in accordo con Ilaria Venanzoni, per la Soprintendenza, e dirette sul campo da Alessandro Campedelli e Anna Gamberini.
La città romana di Suasa, che si trovava nella media valle del fiume Cesano (nell'entroterra marchigiano, a nord di Ancona), fu fondata dopo la battaglia del Sentino del 295 a.C. Nella battaglia si scontrarono da una parte l'esercito romano e i Piceni e dall’altra un'alleanza che comprendeva Etruschi, Sanniti, Galli Senoni e Umbri. A vincere furono i Romani e l'esito dello scontro fu decisivo per permettere a Roma di prendere il controllo dell'Italia Centrale.
Suasa fu inizialmente un centro amministrativo di discreta importanza, ma continuò a crescere nel tempo grazie anche alla presenza di due importanti strade romane che passavano nel suo territorio: la via Flaminia e la via Salaria Gallica. Il periodo di maggiore crescita fu nella seconda metà del I secolo a.C. In quell’epoca, la città divenne un Municipium, cioè una comunità cittadina legata a Roma, ma con un ordinamento autonomo e suoi magistrati, e sul suo territorio furono realizzate diverse opere edilizie monumentali, sia pubbliche che private.
La missione archeologica dell’Università di Bologna, avviata a partire dal 1987, ha fatto venire alla luce nel corso degli anni molte di queste opere. Nell'antico centro cittadino sono emersi una Domus di età medio-imperiale, con mosaici e pitture parietali, e un grande Foro Commerciale, con una piazza e un porticato a ferro di cavallo. C'è poi l'Anfiteatro, il più grande delle Marche, e poco lontano, grazie alle fotografie aree, è stato scoperto anche il Teatro.
Le indagini degli archeologi dell'Alma Mater hanno permesso inoltre di localizzare le Necropoli collegate alla città, e proprio nell'area più esterna del sito, tra l'abitato e le sepolture, si sono concentrati gli scavi più recenti, da cui è emerso il nuovo quartiere produttivo.
Suasa continuò a lungo ad essere un importante centro amministrativo ed economico nell’Italia Centrale: l’apice del suo sviluppo fu nel II secolo d.C., nel periodo medio-imperiale. A partire dalla seconda metà del III secolo iniziano però a vedersi segnali di decadenza. La città venne lentamente abbandonata fino a spopolarsi del tutto nel VI secolo, a favore di nuovi centri abitatati arroccati sulle colline vicine.