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Gli emisferi di Magdeburgo

dal 14 al 16 Ottobre 2004

Aula Prodi e Camera di Commercio di Forlì

Un convegno, dedicato e ispirato a Ezio Raimondi e alla sua vocazione interdisciplinare, andrà alla ricerca delle somiglianze estetiche e metodologiche tra il fare scienza, arte e letteratura.

Nel '600, mentre era in corso il dibattito scientifico-religioso sull'esistenza del vuoto, il tedesco Otto von Guericke inscenò sulla piazza di Magdeburgo un esperimento destinato a rimanere nella storia: prese due semisfere metalliche, le unì, eliminò l'aria tra di esse e dimostrò che in quelle condizioni neppure dei cavalli da tiro avevano la forza sufficiente per separarle. Gli strumenti di von Guericke, meglio conosciuti come gli Emisferi di Magdeburgo, sono diventati celebri per la loro inscindibilità e proprio in virtù di questa loro caratteristica hanno dato il nome al convegno che tra il 14 e il 16 ottobre prossimi rifletterà sul rapporto di complementarità tra letteratura, arte e scienza. Promosso dal Dipartimento di Italianistica, in collaborazione con enti e fondazioni legate allo studio di scienza, filosofia e arte, il congresso è intitolato agli 80 anni di Ezio Raimondi, critico letterario caratterizzato da una spiccata vocazione interdisciplinare. "Raimondi - spiega Andrea Battistini, docente di Letteratura Italiana all'Università di Bologna - ha sempre studiato la letteratura affiancando alla ricerca stilistica la storia delle idee. E' stato uno dei fondatori della rivista 'Intersezioni', un titolo evocativo, e ha promosso corsi sulla metafora come strumento nel contempo letterario e scientifico. Questo perché era convinto che una legge scientifica non fosse altro che una metafora elaborata per collegare due fenomeni distinti: come per esempio, nel celebre aneddoto newtoniano, la mela che cade e la gravitazione universale". E a questo si potrebbero aggiungere le indagini compiute da Raimondi per spiegare l'impatto che il nuovo modo di osservare le cose introdotto dal metodo galileiano ha avuto sulle descrizioni manzoniane e l'analisi delle presenze caravaggesche nei romanzi di Gadda. Letteratura, arte e scienza, dunque, esattamente come nelle premesse del convegno "Gli emisferi di Magdeburgo" che proprio il prof. Ezio Raimondi inaugurerà giovedì 14 ottobre con la sua prolusione nell'Aula Prodi di San Giovanni in Monte. I lavori inizieranno alle ore 15 con i saluti del prof. Pantaleo Palmieri, Presidente dell'Associazione Nuove Civiltà delle Macchine, e del dott. Marino Golinelli, Presidente dell'omonima fondazione. Poi, all'intervento di Raimondi seguiranno quelli di Vita Fortunati, Claudio Franceschi, Giuseppe Longo, Vittorio Marchis e Alberto Oliviero: "In gran parte docenti di area scientifica - precisa il prof. Battistini - che per loro interessi personali hanno approfondito le analogie tra il fare scienza e il fare letteratura". Alla prima giornata bolognese succederanno infine le due organizzate presso la Camera di Commercio di Forlì in Corso della Repubblica 5. Giornate durante le quali, scienziati di fama internazionale focalizzeranno la loro attenzione sui rapporti tra mondo e mente e sulla rappresentazione che di quest'ultima ha dato l'arte. Le relazioni, i cui titoli e i cui oratori sono precisati nella locandina in allegato, cominceranno a partire dalle 9.30, sia nella giornata di venerdì 15 che in quella di sabato 16 ottobre.