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Rivoluzioni dell'Antico

dal 29 Novembre al 1 Dicembre 2004

Oratorio di San Filippo Neri

Antico. Una categoria che ha attraversato i secoli e influenzato le culture assumendo in ogni epoca significati diversi. La sua storia, tra continuità e cambiamento, in un seminario internazionale.

Qual è il ruolo della categoria dell'antico nell'arte, nella letteratura, nelle scienze e nelle filosofie? Docenti italiani e stranieri ne discuteranno dal 29 novembre al 1 dicembre all'interno del convegno internazionale intitolato "Rivoluzioni dell'Antico". Il seminario organizzato presso l'Oratorio di San Filippo Neri, in via Manzoli 5, con il patrocinio della Società Universitaria per gli Studi di Lingue e Letteratura Francese e con il contributo del Dipartimento di Lingue e della Fondazione del Monte, vuole essere un momento di riflessione attorno alle ricerche che fino ad oggi sono state effettuate attorno al tema dell' "antico". L'"antico" è un concetto, un luogo, un linguaggio che ha attraversato istituzioni, modificato e condizionato gusti, favorito "rigenerazioni", alimentato ideologie, costruito simboli e allegorie. Di fronte a tale poliedricità, ai processi di ibridazione che esso ha determinato,  numerosi sono stati gli approcci critici che hanno tentato di fissare i caratteri dell' "antico": dagli inventari o dai cataloghi dei "modelli", ai punti di vista che hanno talora privilegiato formule come "la vitalità, la sopravvivenza  dell'antico" o che, in altri casi, hanno sottolineato la libertà con cui esso si innerva nella storia delle idee, arricchendola di  profondità cronologica e di  estensioni europee. Coniugate ad un termine anch'esso polivalente, quale è la parola "rivoluzione", che implica sia il cambiamento che il rinnovamento nel rispetto della tradizione, le concezioni dell'antico potrebbero prefigurare almeno due dimensioni che si fronteggiano: una che è fautrice dell'idea di continuità e di permanenza del classico, attraverso l'uso e il ri-uso di miti, immagini, modelli che scaturiscono dalle leggende dell'antichità; un'altra che considera o riduce l'"antico" a frammento, a ipotesto soggettivo nel quale ciascuno di noi inventa e produce la propria idea di "antico", privilegiando alcune questioni a scapito di altre. Questi "movimenti" partono dal presupposto che la sopravvivenza di un'opera e di un autore attesti la sua ricchezza: più che mai dunque è necessario  capire quali siano gli elementi, forme, concetti, linee di forza che, pur modificandosi nei secoli, ne hanno consentito la sopravvivenza e  l'attualità, facendone un perno imprescindibile per l'estensione europea di una cultura che si è, almeno in parte, unificata alla luce di valori comuni. Il Convegno si inserisce nell'ambito delle attività  promosse dalle Convenzioni di ricerca sottoscritte dall'Ateneo di Bologna con le Università di Paris X- Nanterre e Paris 7- Diderot. In particolare, rientra in un progetto congiunto elaborato con i colleghi di Paris X-Nanterre, Baldine Saint-Girons,  Claude Leroy, André Magnan, che ha dato luogo, a Parigi, al Convegno internazionale "Les Révolutions  du moderne", i cui Atti sono pubblicati dalle edizioni Paris-Méditerranée.