L’età del Bronzo come modello di riflessione per il nostro futuro sostenibile. È l’idea da cui parte OnFoods in Prehistory, progetto di ricerca guidato dal Dipartimento di Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna: le strategie di gestione sostenibile delle risorse che furono adottate dalle comunità umane preistoriche possono offrire spunti preziosi per affrontare le sfide ambientali contemporanee.
"Conoscere il passato significa anche affrontare le tematiche del presente e del futuro", dice Maurizio Cattani, professore al Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell'Alma Mater e coordinatore del progetto. "Riscoprendo un momento di trasformazioni e adattamento all’ambiente avvenuto tra 4000 e 3500 anni fa, vogliamo dare risalto all’eredità di un’agricoltura sostenibile ancora oggi attualissima nel quadro delle sfide ambientali globali".
Inquadrato all'interno dell'iniziativa PNRR ONFOODS - Research and Innovation Network on Food and Nutrition Sustainability, Safety and Security, il progetto nasce per raccontare e valorizzare il profondo legame tra la gestione sostenibile del territorio e l’uso consapevole delle risorse alimentari, a partire dallo studio dell’età del Bronzo in Pianura Padana.
Grazie al dialogo tra diversi campi di studio, dall’archeobotanica all’archeozoologia, dalle analisi isotopiche all’archeologia sperimentale, sono state ricostruite le strategie adottate dalle comunità preistoriche nella gestione delle risorse naturali e alimentari.
Con giornate aperte di archeologia sperimentale, giochi ed eventi, gli studiosi racconteranno quindi questi principi di educazione alimentare e di sostenibilità ambientale, con l'obiettivo di unire conoscenza storica e azione concreta.
“Le scelte compiute migliaia di anni fa dai nostri antenati in termini di uso delle risorse, equilibrio con l’ambiente e attenzione al territorio possono offrirci strumenti concreti per ripensare il nostro rapporto con il cibo e contrastare fenomeni come lo spreco e la disconnessione dalle filiere alimentari", aggiunge Cattani. "È un percorso che guarda anche alla memoria più recente, quella della civiltà contadina, che fino all’avvento dell’industrializzazione ha saputo mantenere un rapporto virtuoso con la terra e le sue risorse, in continuità con i principi adottati dalle comunità protostoriche".
Il progetto sta sviluppando un ricco programma di attività, grazie anche al coinvolgimento di altri docenti del Dipartimento di Storia Culture Civiltà (Maria Letizia Carra, Antonio Curci, Claudio Cavazzuti) e delle ricercatrici Florencia Debandi, Nicla Branchesi e Alice Zurzolo. E collaborano anche partner istituzionali come il Comune di Solarolo (RA) – Unione Romagna Faentina e il Comune di Valsamoggia (BO) – Fondazione “Rocca dei Bentivoglio”.