A Bologna l’hanno pensata. In California ne hanno costruito i componenti. E poi, di nuovo a Bologna, l’hanno assemblata. Lei è Promes, la prima prolunga molecolare a energia solare. E’ lunga due milionesimi di millimetri in tutto, ma la sua fama è già arrivata oltre oceano, ritagliandosi uno spazio sull’ultimo numero di Pnas, la rivista dell’accademia delle scienze americana.
Padre di Promes è Vincenzo Balzani che con il suo gruppo di ricerca al Ciamician ha già realizzato altre due celebri nanocreature: l’ascensore molecolare nanospider e il motore molecolare sunny. Entrambe macchine famose per essere nanoscopiche e attivate con la più pulita e rinnovabile delle energie, quella solare.
Con Balzani hanno lavorato altri tre ricercatori italiani: Alberto Credi e Maria Teresa Gandolfi dell’Università di Bologna, e Roberto Ballardini del Cnr. Dell’équipe hanno poi fatto parte due ricercatori spagnoli e il gruppo americano diretto da Fraser Stoddart.
"E’ il risultato di un lavoro di ricerca di quattro anni", ha dichiarato il prof. Balzani, smorzando gli entusiasmi sulle applicazioni a breve termine, di cui si occuperà Aster, la Rete dell’Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna. Tra le prospettive attualmente più interessanti c’è la ristrutturazione dell’hardware informatico: non più semi-conduttori millimetrici, ma molecole chimiche nanometriche.