Angela Davis sarà la protagonista di due appuntamenti organizzati dall'Università di Bologna: il 15 marzo, alle 17, nella sala Rossa della Scuola Superiore di Studi Umanistici, dialogherà con gli studenti in un incontro dal titolo "Academic research and activism: a dialogue with graduate students"; il 16 marzo, alle 16.30, nell’aula Prodi del Dipartimento Storia Culture Civiltà, pronuncerà la Lectio magistralis "The Meaning of White Supremacy Today". L'attivista americana è stata invitata per dialogare con gli studenti dell'Università di Bologna sul rapporto tra la ricerca accademica e l'attivismo politico, tema che verrà affrontato nel corso dell'incontro del 15 marzo, introdotto dalla Direttrice della Scuola Superiore di Studi Umanistici Maria Patrizia Violi. Il professor Raffaele Laudani del Dipartimento Storia Culture Civiltà introdurrà, invece, l'incontro del 16 marzo nel corso del quale Angela Davis pronuncerà la lectio magistralis "The Meaning of White Supremacy Today" che sarà trasmessa anche in streaming.
Angela Yvonne Davis (1944) è un’attivista per i diritti civili americana, un’attivista politica, filosofa e docente universitaria presso l’Università di California a Los Angeles (UCLA), la San Francisco State University e, dal 1991, presso l’Università di California a Santa Cruz (UC Santa Cruz) in cui ha insegnato nei dipartimenti di History of consciousness e di Feminist Studies e dove, dal 2008, è Distinguished Professor Emerita.
È cresciuta a Birmingham in Alabama dove ha vissuto in prima persona, nel corso degli anni cinquanta e sessanta, le violente tensioni razziali che attraversavano gli USA. Grazie a una borsa di studio ha potuto frequentare l’Università di Brandeis in Massachusetts e a questa opportunità deve l’incontro con Herbert Marcuse, di cui diviene allieva, e un’esperienza di studio in Europa che le consente di viaggiare tra Francia e Germania. È stata leader del Partito Comunista Americano e molto vicina alle Pantere Nere e ha incrociato il suo impegno politico con la formazione, l’insegnamento e la ricerca accademica. Per queste ragioni fu ingiustamente arrestata nel 1970 e rilasciata dopo alcuni mesi di detenzione diventando così un’icona delle lotte sociali che hanno attraversato il mondo negli ultimi quarant’anni.
Il suo primo libro, An Autobiography (1974), si pone come una testimonianza personale di valori universali e degli ideali collettivi che animano quegli anni. Negli studi successivi si è occupata principalmente dei meccanismi di oppressione connessi con i rapporti di genere, di razza e di classe e ha fondato, insieme a Hayden White, James Clifford, Donna Haraway, Fredric Jameson, Teresa de Lauretis e altri, il Dipartimento di History of Consciousness presso l’Università di Santa Cruz. Il Dipartimento ha tentato, in oltre quarant’anni di attività e anche grazie al contributo di Angela Davis, di sviluppare un campo di studi che si ponesse all’incrocio delle discipline umanistiche, delle arti e delle scienze sociali attraverso approcci teorici diversi.
Fra gli interessi accademici e di studio più recenti di Angela Davis va senz’altro annoverato quello per la condizione carceraria. Da questo lavoro di ricerca è maturata l’esperienza di Critical Resistance, un’organizzazione abolizionista tutt’ora attiva negli USA, che si occupa di rimettere in discussione la funzione rieducativa delle prigioni e gli interessi privati che ruotano intorno al sistema penitenziario americano. Si ricordano, su questo, i volumi Are Prisons Obsolete? (2003), Abolition Democracy: Beyond Prisons, Torture, and Empire (2005) e il più recente The Meaning of Freedom: And Other Difficult Dialogues (2012). Negli ultimi anni ha svolto una imponente attività di lecturer viaggiando per tutti gli Stati Uniti, in Africa, in Europa, nei Caraibi, e nei paesi dell’ex Unione Sovietica.