Logo d'ateneo Unibo Magazine

Sogno di una notte di mezza estate

Il Teatro delle Albe presenta "Sogno di una notte di mezza estate", riscrittura in giù di William Shakespeare, drammaturgia e regia di Marco Martinelli.
Giovedì 20 e venerdì 21 febbraio, alle 21, all'Arena del Sole, il Teatro delle Albe presenta Sogno di una notte di mezza estate, riscrittura in giù da William Shakespeare, drammaturgia e regia di Marco Martinelli, musica e regia del suono Luigi Ceccarelli. In scena Ermanna Montanari, Mandiaye N'Diaye, Luigi Dadina, Maurizio Lupinelli e altri 19 attori.

Per il Teatro delle Albe il Sogno shakespeariano è un incubo, qualcosa che precipita. La foresta nei pressi di Atene, territorio di tutti gli inganni e i travestimenti, diventa un parco degradato di città. Una strana "Atene-dei-divertimenti" è luogo di ombre e trappole in cui perdersi, frequentato da personaggi inquietanti. A vestirne i panni, 23 attori, italiani e africani, secondo l'idea di meticciato culturale che caratterizza la compagnia ravennate.

Coprodotto dalla Biennale di Venezia, da Ravenna Festival, Santarcangelo dei Teatri, Ravenna Teatro-Teatro delle Albe, questo spettacolo (dopo L'isola di Alcina e Baldus, ispirati rispettivamente all'Orlando furioso di Ariosto e all'opera di Folengo) conclude il ciclo Il cantiere Orlando e ritrova Ermanna Montanari Luigi Dadina e Maurizio Lupinelli, membri "storici" del gruppo, insieme a Mandiaye N'Diaye, attore senegalese ormai elemento fondante della compagnia, e ad altri 19 attori.

Si dissolve, nel lavoro delle Albe, la separazione luce-buio centrale in Shakespeare, perché Atene è luogo di tenebra, mentre il bosco appare sfavillante. Una cortina di perline nere separa i due mondi. Nella notte buia del bosco, una voce dal fondo minaccia un'apocalisse in un romagnolo oscuro: I e tot murt, "sono tutti morti". In un mondo di finzione e inganno, morte e sogno si equivalgono, e solo ai folli, ai poeti e agli amanti è riconosciuta dignità. Ma cosa succede se neanche amore e follia producono più immagini credibili? Ogni cosa sembra doppia. Chi sogna chi? Sognano i quattro amanti, impegnati in un vano rondò sentimentale, oppure sogna Teseo (Luigi Dadina), il duca della polis ridotto ad automa? Quale parte hanno davvero, nel sogno, il re delle ombre (un nero Oberon, interpretato da Mandiaye N'Diaye), che si abbiglia con le vesti sottratte al defunto Teseo, e la regina delle fate Titania (Ermanna Montanari), che brandisce come trofeo la coda da sirena di Ippolita. Ippolita potrebbe essere Titania, o viceversa, e così per Oberon e Teseo. Straniati tutti i personaggi: gli amanti in t-shirt bianca, che si rincorrono nel bosco leggendo sui biglietti dei cioccolatini trite frasi shakespeariane; gli spiritelli in tenuta da tennis che sfrecciano sugli skate; gli artigiani destinati alla recita finale, in tute da meccanici. L'incubo notturno, lambito dalle onde sonore di Luigi Ceccarelli - ora romantiche, ora tonanti - e dai lampi di luce di Vincent Longuemare, è intessuto di gag, rimandi, aspri litigi in lingue diverse, profezie in romagnolo pronunciate da Titania, citazioni - tra cui quella da Carmelo Bene, declamata in coro da tutti gli attori ("Amami! Amami! Amami!/ È tanto, sai, è tanto / se abbiamo salvato gli occhi!").

La riscrittura in giù di Martinelli vuole essere una visione scenica sull'invisibile, sul sogno tout court, e sul tentativo di salvarli dal vuoto: un Sogno intimo e "politico" insieme, "in un mondo in cui - affermano Ermanna Montanari e Marco Martinelli - tutti vendono sogni a buon mercato". Qui, come nei veri sogni, non esiste regia e viene punito chi pretende di governare il sogno, come Oberon, che, abbandonato da Titania e dileggiato dagli spiritelli, appare ridicolo e impacciato. La natura del sogno è contraddittoria ed "è impossibile - continuano i due artisti - ricondurla alle ragioni del giorno: resta l'enigma, l'incanto, lo spaesamento, come quello dei paladini dei poemi nelle foreste incantate". Bottom ("fondo") con le Albe diventa "Sfondo": perché "il sogno  è un andar giù agli inferi, uno "sfondamento" senza fine".



Informazioni, prenotazioni e vendita presso:
Arena del Sole · Via Indipendenza 44, Bologna · Tel. 051.2910.910, fax 051.2910.915
ORARI BIGLIETTERIA (giorni feriali): lunedì ore 15.30-19.00; martedì- sabato ore 11.00-19.00
Teleprenotazioni con carta di credito: tel. 051.648.63.87 (feriali ore 15.30 - 18.30)
Vendita biglietti on line con carta di credito: www.arenadelsole.it