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Un Master in Cambogia con l’aiuto dell’Università di Bologna

Dieci anni di cooperazione tra l’Alma Mater e l’Università Cambogiana di Phnom Pehn hanno trovato un resoconto nel Convegno Internazionale dello scorso gennaio, tra l’entusiasmo delle autorità
Angkor Nel 1995, accogliendo una richiesta avanzata dal Rettore della Royal University of Phnom Penh, l’Università di Bologna ha dato inizio ad una collaborazione didattica e scientifica con l’ateneo cambogiano, coordinata dalla Prof.ssa Matilde Callari Galli.

Prendendo atto della condizione di "interruzione culturale" con la quale, anche a livello accademico, la Cambogia era costretta a convivere come triste retaggio del regime di Pol Pot, il primo passo di questa cooperazione è stato quello di gettare le basi per uno sviluppo culturale.
I primi cinque anni hanno visto dunque la partecipazione del nostro ateneo al programma di riorganizzazione degli studi di Scienze Sociali nell’Università di Phom Penh: si è proceduto alla revisione dei curricula accademici dei dipartimenti di Sociologia, Filosofia e Storia, all’aggiornamento dei professori cambogiani, all’organizzazione di biblioteche dipartimentali.
In seguito, per soddisfare una richiesta di supporto verso studenti neolaureati che si affacciavano sul mondo del lavoro, è stata promossa una ricerca per individuare un modello di formazione di esperti in programmazione e gestione del turismo culturale nell’area del sud-est asiatico.
La terza ed ultima fase, derivata dalla precedente ed in opera dal 2001, ha previsto lo svolgimento di un corso di Master in "Turismo Sostenibile", articolato in sei semestri di insegnamento ed aperto a studenti cambogiani in possesso di bachelor degree in Scienze Umane e Sociali.

Oltre all’entusiasta riconoscimento da parte delle autorità locali in occasione del Convegno Internazionale svoltosi a Phnom Penh lo scorso gennaio in conclusione del Master, a dimostrazione della validità e del successo conseguito dal corso post-laurea, i diplomati hanno ricevuto incarichi prestigiosi dal Ministero del Turismo cambogiano, dall’Università di Phnom Penh e dall’UNESCO.

Ma l’impegno dell’Alma Mater non si è limitato all’ambito accademico: grazie alla disponibilità, sempre a livello volontaristico, della prof.ssa Callari Galli e di altri professori come Ivo G. Pazzagli, Bruno Riccio e l’etnomusicologo Giovanni Giuriati, è stato possibile risollevare le sorti del Parco Nazionale di Angkor e riscoprire il teatro danzato cambogiano, le cui tradizioni, tramandate solo oralmente, rischiavano di andare perse tra le brutalità della dittatura di Pol Pot.

Quello dell’Alma Mater è stato un contributo per nulla invasivo, nato dalla passione di chi lo ha portato avanti e che di sicuro ha influito a ridimensionare il gap tra le straordinarie potenzialità turistiche della Cambogia e l’insufficienza di mezzi e personale per una valorizzazione di questo mercato.
Oltre all’indubbio contributo professionale, un grande esempio di umanità.