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Mens Sana in Corpore Sano

Un’inchiesta sul diritto alla salute degli studenti fuori sede: dal medico di base alle cure dentistiche, passando per la sessuologia e l’aiuto psicologico. Cosa funziona, cosa non funziona e cosa non si sa.
Una dottoressa “L’Università rappresenta per molti giovani l’opportunità di rompere le radici”, scriveva tempo addietro Michela Serra su La Repubblica. L’accenno è all’allontanamento dal nucleo familiare che contraddistingue molti studenti fuori sede, i quali, oltre agli esami, imparano a superare i problemi della vita domestica e i vincoli delle ristrettezze economiche. Uno stimolo in più, che però a Bologna tende a tradursi in una minaccia: per la prima volta senza radici, ci si trova infatti immersi in un contesto turbolento e privo di appigli. Cittadini senza cittadinanza, insomma, o “Studenti senza polis”, come recita la sezione del portale civico Professione Cittadino.it dedicata agli studenti fuori sede, sito Internet dove è stata pubblicata “Mens Sana in Corpore Sano”, un’inchiesta sul diritto alla salute.

La ricerca, realizzata dai componenti del laboratorio di giornalismo civico istituito presso la facoltà di Scienze della Comunicazione, raccoglie articoli sulle opportunità di cura e assistenza riservate ai pazienti fuori. Scorrendo le pagine non mancano le sorprese positive, tra cui in primo luogo S.A.P. il Servizio di Assistenza Psicologica patrocinato dall’Università. Ma non mancano neppure le lacune, specie dal punto di vista della comunicazione. L’indagine ha dimostrato infatti che i servizi ci sono o sono in corso di progettazione, ma che la loro esistenza e le modalità per accedervi restano oscure o descritte da informazioni sbagliate o contraddittorie.

Tra un link e l’altro, insomma, un viaggio critico ma propositivo, attraverso l’assistenza sanitaria di base, la prevenzione delle malattie sessuali, le cure odontoiatriche, il supporto psicologico e i servizi di raccordo che dovrebbero aiutare l’utente a usufruire correttamente dei suoi diritti.