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Amnesty battezza gli Human Rights all'Alma Mater

All'inaugurazione della summer school in diritti umani organizzata a Bologna anche la responsabile dell'educazione e della formazione di Amnesty International Italia.
Il Rettore coi docenti della summer school alla presentazione a Villa Pallavicini 47 studenti di 18 paesi riuniti per comprendere come i cittadini delle società sviluppate percepiscono i membri delle società in via di sviluppo. E’ con queste credenziali che lunedì 5 luglio 2004 a Villa Pallavicini è stata inaugurata la Utrecht Network Summer School “Human Rights: The Image of the Other”. Oltre al Rettore, Pier Ugo Calzolari, e ai docenti che animeranno le due settimane di lezione, era presente anche Francesca Cesarotti, responsabile per l’educazione e la formazione di Amnesty Italia, ente co-promotore dell’iniziativa. “Posto che nostro obiettivo – ha detto Cesarotti – è strutturare rapporti con istituzioni educative a ogni livello, abbiamo accettato volentieri di partecipare a questo progetto per il suo approccio multidisciplinare e partecipativo, un approccio che speriamo possa trasformare questi 47 giovani in futuri attivisti dei diritti umani, una professione che richiede un forte background culturale e competenze operative da maturare sul campo, o meglio sui campi in cui è ramificato il settore”.

La sfida più importante – ha poi proseguito Cesarotti – è reintrodurre solidarietà e rispetto in un contesto, quello successivo all’11 settembre, nel quale i media fanno continuamente ricorso a  parole chiave, come emergenza e minaccia, che rappresentano una tragedia culturale”. I mezzi di comunicazione, primo propulsore delle rappresentazioni sociali, sono in effetti al centro di una giornata di studio che cercherà di comprendere il ruolo di giornali, radio e televisione all’interno del conflitto arabo palestinese. Conflitto che riguarda direttamente Hadeel, studentessa israeliana di comunicazione proveniente da Tel Aviv, che dice di essersi iscritta per “capire cosa la gente del mondo pensa di noi”. Hadeel, invitata a Bologna assieme alla connazionale Anat grazie a una borsa di studio erogata dall’Università in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, chiede quindi uno sguardo internazionale sulla propria disciplina, esattamente come Robin, australiano di Sidney, che, una volta completato il suo iter di studi in legge, conta di aiutare dal punto di vista giuridico la risoluzione dei conflitti.

Dalla comunicazione al diritto, dunque, passando per la sociologia, la politologia e l’antropologia. Tanti sono i profili professionali dei partecipanti, come tante sono le discipline che saranno toccate nel corso della summer school. “Una disciplina al giorno – conclude Koen de Feyter, uno dei docenti – perché siamo convinti che l’approccio più valido ai diritti umani sia quello interdisciplinare”.