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Riforma della 509: le opinioni dei docenti

I ritocchi alla 509 servono ma la riforma a "Y" al momento appare inconsistente e inopportuna. E' questo l'orientamento emerso dall'assemblea di docenti riunitasi nell'Aula Magna dell'Università di Bologna.
Aula Magna di Santa Lucia Martedì 13 luglio, circa quattrocento docenti hanno risposto all'invito del Magnifico Rettore del nostro Ateneo, Pier Ugo Calzolari, e si sono ritrovati nell'Aula Magna di Santa Lucia per uno "scambio di opinioni" sulla riforma della legge 509, il testo con cui il Governo sta tentando di modificare l'attuale ordinamento didattico del "3+2" e gli accorpamenti di classi.

Un dato rilevato dalla maggioranza degli interventi - compreso quello del Presidente della Crui, Rettore Piero Tosi - è l'inconsistenza e la non opportunità della proposta di avvio del percorso a Y, che peraltro non appare nei testi approvati dalle Commissioni di Camera e Senato, ma solo nelle dichiarazioni del Ministro e nei decreti che accorperanno le varie classi.

Inconsistenza: perché, di fatto, disconosce il legame indiscutibile tra formazione e ricerca; perché incrementa la rigidità e non la flessibilità; perché si contrappone al Processo di Bologna, prefigurando l'incomunicabilità tra la gamba della Y "professionalizzante" e quella biennale specialistica.

Non opportunità: perché prima di modificare la 509 dovremmo conoscere i risultati prodotti dalla sua introduzione; perché creerebbe una situazione di caos nelle università, che offrirebbero contemporaneamente tre ordinamenti diversi; perché creerebbe sfiducia negli studenti e nelle famiglie; perché non sarebbe gestibile da una amministrazione universitaria sottodimensionata per il blocco delle assunzioni; perché sarebbe a "costo zero", ovvero priva di un incremento di fondi.

Dal dibattito è emerso anche che non si tratta di fare barricate in difesa della 509, che nessuno vuole mantenere così come è attualmente: i docenti sanno che vi è un eccesso di lauree; che il rapporto con il mondo del lavoro al momento di definire i percorsi didattici è stato saltuario e insufficiente; che vi sono eccessi di specialismi, a danno di una auspicabile maggiore interdisciplinarietà, pur di fronte a conseguenze positive quali l'incremento degli studenti iscritti, la diminuzione degli abbandoni, l'aumento degli studenti in corso. Proprio perché c'è questa consapevolezza bisogna dar tempo di verificare i risultati globali dell'applicazione della 509 per poi decidere collegialmente quali modifiche apportare.

Su questi temi sono intervenuti numerosi docenti (il Pro Rettore alle relazioni internazionali Grandi; i Presidi Sassatelli, Masetti, Capano, Destro; i professori Barbiroli, Todesco, Scalise, Galloni, Zacchi e due rappresentanti degli studenti) che hanno sottolineato anche la gravità dell'accorpamento di classi proposto e la necessità di predisporre iniziative in grado di bloccare il progetto del Governo, così come è attualmente proposta.

In chiusura dell'incontro il Rettore Calzolari ha invitato i docenti intervenuti a far pervenire al Magazine d'Ateneo una sintesi dei loro interventi per potere così allargare il dibattito a tutto il corpo docente in vista delle iniziative di mobilitazione che dovranno essere prese in tempi stretti.