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Il Senato Accademico a fianco della Crui contro il Ddl Moratti

Nel documento approvato il 5 ottobre il Senato Accademico dell'Università di Bologna ha fatto propria la posizione della Crui contro il proseguimento dell'iter parlamentare del ddl Moratti.
Statua di Palazzo Poggi Il Senato Accademico dell'Università di Bologna, facendo propria la posizione assunta dalla CRUI con il documento del 15 settembre, ha espresso sconcerto e preoccupazione di fronte alla prospettiva di accelerazione dell'approvazione alla Camera dei Deputati del Disegno di Legge sullo stato giuridico dei docenti universitari sulla base del testo approvato dalla VII Commissione Parlamentare, che ha ricevuto osservazioni fortemente critiche da parte della CRUI e della Comunità Accademica.

Il Senato Accademico dell'Università di Bologna ha ritenuto doveroso far presente con forza al Ministro, al Parlamento e alla opinione pubblica del Paese, la gravissima situazione di tensione innescata negli Atenei dalla diffusione del testo di tale DDL, che rischia di compromettere in molte sedi la possibilità stessa di un regolare avvio dell'anno accademico. Il testo licenziato dalla Commissione VII contiene infatti previsioni normative inaccettabili o velleitarie e inapplicabili nell'attuale situazione finanziaria degli Atenei.

Il Senato Accademico dell'Università di Bologna ha ribadito innanzitutto la richiesta a suo tempo avanzata di un provvedimento normativo a stralcio per le procedure concorsuali, che superi l'attuale assetto normativo. Continua poi a ritenere necessario la revisione dell'articolazione della docenza universitaria e le modalità del reclutamento dei giovani, riconoscendo l'impegno e le funzioni di docenza oggettivamente assunte dagli attuali ricercatori. Reputando inammissibili e anche eticamente inaccettabili forme surrettizie di reclutamento di docenti al di fuori di procedure concorsuali ispirate a principi di trasparenza e imparzialità. Considera inoltre indispensabile il proseguimento del confronto avviato dalla CRUI, dal CUN e dal MIUR, così da favorire la presentazione per la discussione parlamentare di soluzioni non improvvisate, ma garantite invece dalla necessaria maturazione ed approfondimento, nonché dalla possibilità reale di loro applicazione nelle Comunità Accademiche. Infine, ribadisce con forza la convinzione che una riforma significativa dello stato giuridico dei docenti non possa che essere approvata contestualmente a una revisione radicale degli attuali meccanismi di attribuzione delle risorse finanziarie agli Atenei, necessarie anche per consentire il raggiungimento degli standard europei.