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La facoltà di Architettura intitolata ad Aldo Rossi

Il corso di laurea di Cesena compie il suo primo quinquennio di studi. E festeggia ricordando un grande dell'architettura e con il suo primo laureato ad honorem: Oswald Mathias Ungers.
Oswald Mathias Ungers Sarà intitolata ad Aldo Rossi la Facoltà di Architettura dell'Università di Bologna, con sede a Cesena. Lo ha deciso nei giorni scorsi il senato Accademico dell'Alma Mater, dedicando così il giovane corso di laurea alla memoria dell'architetto scomparso qualche anno fa, autore del cimitero di San Cataldo a Modena e di molti altri capolavori dell'architettura contemporanea, nonché Pritzker Prize per l'Architettura nel 1990.

Proprio in questi giorni, peraltro, la Facoltà di Architettura dell'Alma Mater è presente a Genova, alla rassegna "Arti & Architettura", con la ricostruzione (a cura di Gianni Braghieri, preside della Facoltà e già collaboratore di Aldo Rossi, e Francesco Saverio Fera) del Teatro del Mondo che Rossi realizzò nel 1979 davanti alla punta della Dogana, a Venezia, in occasione della Biennale Teatro/Architettura.

La Facoltà di Cesena si è infatti occupata di ricostruire in Piazza Caricamento, nel capoluogo ligure, questo lavoro, nato con l'idea di replicare i teatri sull'acqua, così numerosi durante il carnevale nella Venezia del Settecento. Il progetto modificò le caratteristiche di questi contenitori mantenendo il concetto di un edificio-nave. L'originale fu costruito nel cantiere della Fusina, quindi trasportato con un rimorchiatore nella città lagunare.

Altro appuntamento importante della Facoltà di Architettura dell'Ateneo bolognese, che quest'anno ha completato il suo quinto anno di attività, è quello con la sua prima laurea ad honorem, che verrà conferita il prossimo 26 novembre (presso il Teatro Bonci di Cesena) all'architetto tedesco Oswald Mathias Ungers.

La scelta di Ungers come primo laureato illustre a Cesena è dovuta, tra gli altri motivi, alla sua capacità di trasmettere attraverso i suoi scritti e le sue architetture una lezione che ha contribuito a formare una generazione di architetti, da Hans Kollhoff a Rem Koolhaas, Walter Noebel e molti altri. I temi su cui ha fondato il suo lavoro partono da una rivisitazione critica del classicismo, dal Weinbrenner di Karlsruhe (città dove nel 1950 si diplomò) alla Berlino di Schinkel (città dove lavora dal 1963 come professore ordinario alla Technische Universitat). Un ruolo altrettanto importante è dato dallo studio dell'architettura rinascimentale ed alla ricerca maniacale di una regola architettonica che hanno portato Ungers ad uno studio delle giuste proporzioni, dove i volumi ed i materiali assumono un ruolo di primo piano.
Di Ungers, Fritz Neumeyer ha scritto: "il suo modo di interpretare l'architettura del passato, in cui si fondano conoscenza della storia e spiccata sensibilità architettonica, ha fatto di Ungers l'eloquente esegeta del genius loci. L'ermeneutica del luogo, elaborata sulla scorta di Adriano e di Schinkel, è caratterizzata da un eclettismo che si distingue per il particolare criterio di scelta e di combinazioni di immagini".

La consegna della laurea ad honorem sarà accompagnata da una mostra fotografica sul suo lavoro. In contemporanea è in uscita un volume di 150 pagine edito da Electa che raccoglie le interviste ad alcuni allievi architetti di Ungers, riconosciuti a livello internazionale, tra cui Hans Kollhoff, Jurgen Sawade, Max Dudler, Walter Noebel e Christopher Mackler.