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Dipartimento di Scienze dell'Informazione

Da oggi online la nuova versione del motore di ricerca per unibo.it e gli altri siti del sistema portale. Di fronte alla mole di informazioni dell'Ateneo italiano con la maggiore presenza sul Web, uno strumento che, con la sua prima versione sperimentale, si avvia sulla strada del futuro: non più ricerca di parole ma di concetti.
Un'immagine digitalizzata di un planisfero Tra le infinite domande che si possono sottoporre a Google, il più famoso motore di ricerca al mondo, c'è anche il numero di pagine contenute in un dominio. Basta scrivere "site:" e far seguire l'url a cui si è interessati: unibo.it, cern.ch o rai.it, per esempio. Si scoprono numeri sorprendenti. Dai rilevamenti compiuti l'8 maggio 2004 (i dati cambiano tutti i giorni a seguito degli aggiornamenti degli archivi), risulta infatti che l'Università di Bologna vanta più di 750.000 pagine indicizzate. Quasi il doppio rispetto a Pisa, secondo ateneo classificato. Sullo stesso livello di Mamma Rai. E non lontano dagli standard del padre del Web, il Cern di Ginevra, che ospita sui suoi server 1.100.000 pagine.

Numeri, quelli di unibo.it, che testimoniano la presenza pionieristica dell'Alma Mater sul Web, ma che allo stesso tempo pongono problemi di gestione. Non è infatti semplice orientarsi tra un simile oceano di bandi, programmi, concorsi e notizie e il rischio è che, pur essendoci tutto, non si riesca a trovare nulla. Un pericolo concreto che il Dipartimento di Scienze dell'Informazione dell'Università di Bologna in collaborazione con la DSAW - Direzione Sviluppo Attività Web - ha iniziato a gestire realizzando un nuovo motore di ricerca capace di spulciare più efficacemente tra le informazioni di tutti i siti del sistema portale: unibo.it, poli, facoltà, dipartimenti, centri di ricerca, siti personali e in generale comunque qualunque struttura accademica e amministrativa dell'Università.

La principale novità di questo strumento, realizzato da Davide Rossi, Valentina Presutti e Angelo Filinziano sotto il coordinamento del prof. Paolo Ciancarini del Dipartimento di Scienze dell'Informazione, è la sua capacità di sfruttare al meglio i meta-tag, ovvero quelle informazioni che l'utente non vede, ma che l'autore della pagina inserisce per descriverne il contenuto: concetti, parole chiave, paragrafi riassuntivi. "Negli ultimi anni - spiega il prof. Ciancarini - si è affermato il cosiddetto web-semantico. Come sognato da Tim Berners Lee, cioè, il web da rete di informazioni sta diventando una rete di concetti uniti dal loro significato. I nuovi motori di ricerca, quindi, tentano di andare oltre alle parole, per interpretare a livello semantico le nostre interrogazioni. La strada da percorrere è ancora lunga, ma il motore di ricerca da oggi online sul portale rappresenta un primo passo per organizzare le informazioni in modo conforme agli schemi concettuali di una comunità accademica come la nostra".

Online con la prima versione del nuovo motore di ricerca, si guarda già al futuro e alle prossime release. "Se fino ad oggi - spiega il dott. Luca Garlaschelli, responsabile della DSAW - il focus di azione si è concentrato maggiormente sugli aspetti tecnico-funzionali, da domani si amplierà sempre più verso quelli organizzativi e di processo. Infatti è chi produce contenuti ad essere il segreto della bontà di un motore di ricerca ed è per questo che la vera sfida che ci aspetta è quella di una trasformazione delle competenze dei nostri operatori web per rendere i contenuti prodotti facilmente recuperabili dal motore di ricerca". Riprendendo il concetto che vede nell'unione di tecnologia e fattori organizzativi la formula per il successo del servizio, sintetizza Garlaschelli: "Insieme al Dipartimento di Scienze dell'Informazione abbiamo già immaginato alcuni dei prossimi miglioramenti: sebbene diversi passino dallo sviluppo di nuove soluzioni tecniche, quelli più importanti prevedono l'adozione di nuovi metodi e strumenti per agire sulle informazioni prima della pubblicazione. Come è stato per i siti del sistema Portale, ancora una volta il successo dell'iniziativa dipenderà dalle persone della nostra Università che lavorano per il web".