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Copertina del libro Il Termine Fisso

Il termine fisso

Autore: Vita Fortunati (a cura di)

Editore: Longo

Prezzo: 15 euro

Esce la prima traduzione europea de "Il termine fisso": romanzo di fine '800 di Anthony Trollope che racconta la storia di una ex-colonia britannica dove per mezzo di una legge si decreta l'eutanasia di stato. Romanzo per tanti anni trascurato trova oggi nuova forza per la grande attualità dei temi trattati.
I problemi di una popolazione che invecchia, l'eutanasia, il pensionamento obbligatorio, le guerre imperialistiche, la cremazione come soluzione al sovrapopolamento dei cimiteri. Quella che potrebbe sembrare una lista di temi di grande attualità e discussione nel mondo di oggi, è invece una panoramica dei principali argomenti trattati ne "Il termine fisso" di Anthony Trollope. La storia che il volume ci presenta è quella del folle progetto di un uomo di nome Neverbend, presidente di una futuristica ex-colonia inglese di nome Britannula che decide di promulgare una legge per regolamentare la morte dei suoi concittadini. Il termine fisso è proprio il nome di questa legge che stabilisce nei 70 anni di età la soglia anagrafica limite superata la quale la persona deve terminare la propria vita. Dopo una serie di passaggi quali l'istituzione di un Collegio nel quale le persone dovevano essere depositate un anno prima di morire, la legge sarà abolita dai cittadini di Britannula anche a causa dell'intervento degli inglesi che insedieranno un nuovo governatore.

Ma perché questo progetto? Britannula ha usato la propria autonomia legislativa per istituire una sorta di eutanasia di stato pensata per sollevare gli anziani dal peso insopportabile della loro condizione, per evitare loro la debolezza e la decadenza fisica della vecchiaia, per ridurne i costi sociali e la mancanza di autosufficienza che questa età comporta. Anche il linguaggio ironico e spesso metaforico usato per riferirsi a questa procedura è quantomeno singolare. La morte è spesso chiamata "cessazione prefissata dell'esistenza di coloro che altrimenti invecchierebbero", il Collegio prende questo nome in quanto simile ad una scuola dove imparare ad affrontare una "buona morte", la reclusione forzata in questo luogo diventa "deposizione". La grande attualità di quest'opera è quindi duplice, da un lato il dibattito sull'eutanasia e cremazione, mentre dall'altro prendono corpo i pericoli di manipolazione dell'informazione per scopi di fanatismo integralista che l'autore intravedeva nella nascente società di massa.

Il romanzo è infatti datato 1882 ed è una delle ultimissime produzioni dello scrittore inglese che morì poco dopo la pubblicazione. Proprio per essere stato scritto da un Trollope malato, prossimo sia alla morte che alla soglia dei 70 anni (il termine fisso appunto), l'opera si può considerare in buona parte anche l'autobiografia di un autore che non si sentiva ormai più membro utile della società. Trollope scrisse un enorme numero di pubblicazioni durante la sua carriera, ma "Il termine fisso" è una delle sue opere meno conosciute. Nei suoi precedenti romanzi emergeva spesso un'immagine viva ed articolata della società vittoriana. "Il termine fisso", al contrario, è "una risposta elaborata alle assurde e scomode caratteristiche del mondo ottocentesco: il pensionamento obbligatorio, con l'implicita assunzione dell'inutilità della vecchiaia; una nuova ondata di imperialismo britannico, i problemi impliciti nel risolvere i problemi umani tramite la statistica e l'economia politica" come sottolinea nell'introduzione all'opera David Skilton.

Il libro contiene numerosi elementi distopici e per questo si può ben catalogare tra le grandi antiutopie in mezzo ad autori del calibro di Swift, Butler, Bulwer-Lytton o di George Orwell. La traduzione italiana è la prima in Europa ed è stata affidata a Lucia Gunella.  Il volume è edito da Longo ed è stato curato da Vita Fortunati, direttrice della collana "Forme dell'Utopia" (anche direttrice del Centro Interdipartimentale di Ricerca sull'Utopia dell'Università di Bologna che promuove questa collana) all'interno della quale il libro fa parte.