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A Bologna l'Università è una garanzia

Indagine di Almalaurea sul futuro lavorativo e non dei dottori dell'Alma Mater. Con risultati che pongono Bologna al di sopra della media nazionale.
studenti Almalaurea, consorzio interuniversitario e interfaccia con il mondo del lavoro, ha compiuto un'analisi sul futuro dei dottori bolognesi dopo la laurea.  I laureati coinvolti nell'indagine sono stati 8.106. Quanti lavorano e dopo quanto tempo, quanto guadagnano, le differenze tra uomini e donne, queste alcune delle domande a cui Almalaurea ha tentato di rispondere. Ma i dati oggettivi a volte non sono sufficienti allo scopo e agli intervistati è stato anche chiesto di formulare un giudizio sull'esperienza universitaria e sulla riforma del 3+2.

Ne è emerso un quadro approfondito e di rilevante interesse locale, che può soddisfare l'Università di Bologna e i suoi studenti.
Così come a livello nazionale, la condizione occupazionale per i neodottori dell'Alma Mater si contrae leggermente ma i valori rimangono comunque superiori alla media. I neolaureati bolognesi trovano lavoro dopo due mesi e mezzo di ricerca facendo soprattutto affidamento sull' iniziativa personale, mezzo più premiato  dei concorsi pubblici o degli annunci sui giornali.
Un terzo dei laureati può vantare un lavoro stabile. Anche se dopo la laurea molti devono accontentarsi  di una posizione precaria, è rilevante che si tratti di una precarietà temporanea destinata trasformarsi in breve in una occupazione permanente.
E quanto guadagnano questi neo-occupati? Il guadagno mensile netto a un anno dalla laurea non si allontana dalla media nazionale fermandosi a circa 980 euro. Una cifra che intimorisce visto lo standard attuale che però riesce ad aumentare dopo qualche anno di lavoro. Un dato che sembra destinato a non subire cambiamenti è invece quello che testimonia la differenza di busta paga tra uomini e donne: le donne guadagnano meno e in questo senso la parità sembra lontana, anche se Bologna si schiera tra le città con più opportunità professionali per il genere femminile.
In definitiva Il 60,3% dei neolaureati bolognesi lavora, molti continuano il percorso di formazione e il 19% sta ancora cercando lavoro. Un quadro positivo che migliora ancora allargando l'indagine a  tre o cinque anni dal conseguimento della laurea.
 
Ma quanto conta la laurea sul mercato del lavoro? Il giudizio sull'efficacia del titolo di studi rispetto al lavoro svolto è positivo: L'88% considera la laurea  "abbastanza efficace" in relazione al mondo lavorativo e al proprio patrimonio culturale.
Interrogati sul percorso formativo compiuto il 68% dei neolaureati dichiara che si iscriverebbe di nuovo all'università e allo stesso corso; il 27% cambierebbe corso e solo il 4% non compierebbe più il percorso universitario. A sorpresa, circa il 40% dei laureati del vecchio ordinamento dichiara che avrebbe preferito rientrare sotto il sistema del 3+2.

"Bologna si colloca su valori migliori della media nazionale nonostante la debole congiuntura del sistema economico regionale - commenta Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea - Già a livello nazionale AlmaLaurea aveva riscontrato un'inversione di tendenza nell'occupazione dei laureati che in parte si conferma anche a livello locale e che anticipa quei segnali di crisi di cui oggi molti parlano con preoccupazione".