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Ladri di biciclette, li fermerà un microchip

Tra via Zamboni e Piazza Verdi fiorisce il mercato nero delle due ruote. Mezzi rubati, rivenduti a poche decine di euro, che verranno a loro volta rubati. Gli acquirenti, di solito, studenti universitari. Ma entro l'estate il Comune si prepara a 'targare' le due ruote. (A cura della Scuola Superiore di Giornalismo)
Biciclette Acquistare due ruote, un manubrio e una sella a partire da 10 euro è possibile. Ma non sarà più così facile. Perché il comune di Bologna si prepara ad assestare il primo colpo al mercato nero delle bici: dalla prossima estate ogni mezzo potrebbe avere una 'targa' e un padrone, sarà più difficile da rubare e quindi da rivendere. Saranno due i sistemi usati per rendere riconoscibili le biciclette: la 'punzonatura' del telaio e l'inserimento di un microchip.

L'obiettivo è quello di scoraggiare il mercato nero di Via Zamboni, tappa obbligata per gli studenti bolognesi che scelgono la bicicletta come compagna di studi e non sono disposti a spendere troppo per acquistare un 'bene non durevole'. Soprattutto quando non si possiede un buon lucchetto.
Il mercato nero delle bici vive ogni giorno tra le vie dell'Università e rimette periodicamente in vetrina gli stessi pezzi. Lasciate alle spalle le due torri, basta farsi largo tra gli studenti che si ammassano sotto i portici, superare il teatro comunale, e con un occhio alla polizia municipale che presidia Piazza Verdi, lasciarsi avvicinare da qualcuno che, portando a mano una bicicletta, sibila: «Bici? Bici?». I venditori migliori elencano tutte le caratteristiche dell'oggetto e ostruiscono il passaggio quasi per costringerti a salire in sella e provare l'evidente affare. Una pedalata, prova dei freni, valutazione dei rumori sospetti e via alla contrattazione. Venti, quindici, anche dieci euro bastano per portare a casa una bici. Ma perché questa prenda forma come tale, spesso occorre lasciarne molti di più a un meccanico disposto a riassettare il mezzo e a ridargli nuova vita e identità, con un nuovo fiammante colore che cancelli i segni del reato.

Questa è la soluzione più veloce ed economica che uno studente ha per procurarsi una bicicletta: comprarne una rubata, che a sua volta verrà quasi sicuramente rubata. Così tre, quattro, cinque, anche sei volte nell'arco della carriera universitaria, sostenendo un mercato che si autoalimenta. Le bici acquistate sono rubate (magari al compagno di banco), spesso funzionano male, hanno vita breve, ma gli studenti di Bologna continuano ad acquistarle. «E' la quarta che compro qui in via Zamboni e che poi mi viene rubata. So che è sbagliato perseverare comprandola qui, ma cosa vuoi che siano dieci euro? Alla fine costa meno una bici nuova che far riparare una foratura», dice uno studente di Chimica, convinto a tenersi alla larga dai meccanici che rivendono bici usate. Anche Paolo, studente di Biotecnologie, è un altro fedelissimo del mercato nero di via Zamboni: «Questa l'ho ereditata - dice - ma se dovessi comprarla verrei sempre qui. Perché spendere il doppio da un meccanico che alla fine rivende sempre bici di provenienza dubbia?». Ma al negozio di via Petroni, solo pochi metri dalla grande piazza del mercato nero, garantiscono: «Noi rivendiamo solamente le bici usate portate dai nostri clienti. In passato però - precisano - abbiamo avuto dei problemi».

Il mercato nero delle biciclette si snoda principalmente tra via Zamboni, piazza Verdi e Piazza Puntoni, ma anche nelle vie laterali e più nascoste è possibile trovare qualcuno che propone un buon affare. E anche se il grosso del mercato si trova comunque nella zona Universitaria, qualcuno dei rivenditori si muove anche nelle vicinanze della Stazione FS e della Montagnola. E' un mercato che non ha orari, ma vive in stretta simbiosi con la vita universitaria, animandosi quasi esclusivamente durante la settimana. I prezzi variano in base al tipo di bici, alla capacità di contrattare e alla fretta che il venditore ha di liberarsi della merce scomoda. Di solito non si scende sotto i 10 euro, ma non si superano mai i 30.

Chi sono i ladri di biciclette? Dietro allo smercio delle due ruote, come spiega l'ispettore capo dei vigili del Reparto Sicurezza, Giovanni Ercolino, «ci sono di solito furti realizzati da singoli, tossicodipendenti in cerca di denaro e gente che vive sulla strada. Non sono impegnate organizzazioni più complesse».