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Parte a settembre la stagione sinfonica inaugurata dall’ingegnere compositore Luciano Simoni

Simili e diverse le due anime di Luciano Simoni, il docente dell’Università di Bologna che ha saputo conciliare gli studi di ingegneria con quelli di musica sinfonica. Sarà lui ad inaugurare la stagione sinfonica 2005-2006 di Târgu-Mures.
violino

Dopo il concerto per violino e orchestra del 2 giugno svolto a Târgu-Mures, sotto la direzione del Maestro Romeo Rimbu e con l’accompagnamento del violino solista di Gabriel Croitoru, il 15 settembre sarà inaugurata la stagione sinfonica 2005-2006 di Târgu-Mures con la prima esecuzione del Requiem Moderno di Luciano Simoni, dedicato alla memoria del Papa Giovanni Paolo II. Un requiem della Misericordia, in cui si esibiscono tre solisti, tenore, soprano e baritono. Da Luciano Simoni ingegnere a Luciano Simoni compositore: un binomio che difficilmente può realizzarsi. Com’è nato questo amore per la musica?

La passione innata ha portato Luciano Simoni, a comporre musica ancor prima di studiarla. Simoni intraprende gli studi di ingegneria insieme a quelli di armonia e contrappunto. Scritta nel 1960 la prima sinfonia per un piacere personale, Simoni predilige l’attività di ricerca a quella d’azienda, così si dedica a tempo pieno alla carriera universitaria, specializzandosi nello studio sulla degradazione dei materiali. La musica? "Per il momento era ancora un sogno nel cassetto, ben custodito ma mai sbandierato".

Nel 1975, però, grazie alla prima sinfonia scritta quindici anni prima, arriva il primo premio di musica sinfonica italiana. "La Provvidenza mi è stata d’aiuto – afferma– e da quel momento in poi la mia vita è cambiata". Restano le conferenze di ingegneria, ma al loro fianco si impongono anche le esecuzioni musicali.


Arriva così il successo in Giappone, negli Stati Uniti, in Cecoslovacchia e in Romania, paese quest’ultimo dove Simoni, assieme all’Orchestra Filarmonica Târgu-Mures, ha registrato molte delle sue opere e dove si esibirà il 15 settembre. "Tuttavia l’emozione più grande – prosegue Simoni – non è l’esecuzione dell’opera al pubblico, ma la prima prova, che permette al compositore di ascoltare quella sinfonia che prima d’allora si aveva solo in testa".