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Diventare esperti scientifici dei beni culturali

L’Università di Bologna organizza il primo dottorato in Scienze della Conservazione. 16 le borse di studio finanziate dalla Comunità Europea, destinate ad altrettanti laureati in discipline scientifiche provenienti da tutta Europa.
Restauratrice

Inizierà il prossimo febbraio ed avrà la durata di tre anni il primo PhD al mondo in Scienze della Conservazione (EPISCON, European PhD in Science for Conservation), finanziato dal programma Marie-Curie all’interno del VI programma quadro della CE. Oltre all’Ateneo bolognese, che coordina l’iniziativa, altre dieci istituzioni europee, fra università e istituti di conservazione, ospiteranno i sedici laureati selezionati. I dottorandi, dopo aver seguito un corso di sei mesi presso il Te.Co.Re, corso di studi in Tecnologie per la conservazione e restauro dei beni culturali di Ravenna, si distribuiranno fra le sedi degli 11 partner per occuparsi, nei restanti due anni e mezzo, dei rispettivi temi di ricerca.

Il dottorato è rivolto ai laureati in discipline scientifiche che non abbiano più di quattro anni di esperienza nel settore della conservazione. Secondo il prof. Rocco Mazzeo, presidente del corso di studi in Tecnologie per la conservazione e restauro dei beni culturali, che coordina il progetto per l’Università di Bologna, "la differenza rispetto ad un normale PhD è che questo è aperto a laureati in discipline scientifiche che provengono da diverse facoltà. Non è un PhD in chimica o in fisica, ma è un PhD interdisciplinare, perché la Scienza della Conservazione è interdisciplinare". Quindi, tutti i laureati in chimica, in biologia o in altre materie scientifiche potranno fare domanda, purchè abbiano un’esperienza di ricerca inferiore ai quattro anni.

Le altre istituzioni che fanno parte del partenariato sono le Università di Perugia, Oviedo, Salonicco, Amsterdam, Budapest e Iasi, e prestigiosi istituti di conservazione come il Netherlands Institute for Cultural Heritage, la School of Conservation di Copenhagen, il museo nazionale di Budapest e l’Istituto del CNR per la Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali. I due dottorandi ospitati dall’Alma Mater si occuperanno rispettivamente dell’interazione ambiente-manufatto artistico e dell’applicazione delle metodologie di spettroscopia infrarossa ai beni culturali. Le tematiche di ricerca per le altre sedi verranno invece decise nel corso del meeting inaugurale del progetto EPISCON, che si terrà a Ravenna nel mese di ottobre.

I partecipanti al PhD costituiranno il primo nucleo formalmente riconosciuto di ‘esperti scientifici della conservazione’ o ‘conservation scientist’. "La conservazione è fatta di 3 personaggi – spiega il prof. Mazzeo - il primo è il restauratore, che è colui che ‘mette le mani’ sull’opera; il secondo è l’archeologo o storico dell’arte, che detta le linee di indirizzo metodologico su come fare il restauro; infine c’è la terza professionalità, che analizza l’opera d’arte, dice di cosa è fatta e qual è il suo stato di conservazione". Servendosi di tecnologie scientifiche, il conservation scientist raccoglie informazioni sullo stato dell’opera e ne discute con il restauratore e con lo storico dell’arte per stabilire se è necessario intervenire e, in questo caso, quali materiali utilizzare.

Come sottolinea Mazzeo, "l’esperto scientifico della conservazione in Europa esiste già, ma fino ad ora non esisteva un percorso formativo strutturato per diventare esperto scientifico dei beni culturali. Un laureato in Chimica entrava in un museo e veniva formato sul posto di lavoro, attraverso un ‘on the job training’. Il PhD darà riconoscimento accademico a questo profilo per la prima volta".

Il progetto EPISCON ha origine da un convegno internazionale organizzato dall’Università di Bologna nel ’99, in cui il profilo professionale del conservation scientist è stato definito a livello europeo e mondiale. Nel corso del meeting si è stabilito per la prima volta cosa deve fare, quali competenze e che tipo di conoscenze deve avere un esperto scientifico della conservazione. Questi contenuti sono stati ripresi dal progetto europeo che ha strutturato il PhD, il quale è stato organizzato dall’Università di Bologna proprio in funzione del profilo individuato nel ‘99.

Con il dottorato in Scienze della conservazione, la Facoltà di Scienze, che attualmente prevede il corso di Laurea triennale in Tecnologie per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali e la Laurea specialistica in Scienze e Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni culturali, chiude un percorso di offerta formativa che va oltre la specialistica. "In tal modo – conclude il prof. Mazzeo - il corso di laurea tre + due di Tecore si completa con una offerta formativa a livello di dottorato di alto valore scientifico nazionale ed internazionale".

Le domande per accedere al dottorato verranno pubblicate da dicembre a gennaio sul portale di Alma UE, sul sito della Facoltà di Scienze e sui portali delle istituzioni che fanno parte del partenariato.