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Non solo show: per i motori è tempo di ecologia e mobilità

Al quartiere fieristico di Bologna è in corso la tradizionale parata di mezzi a due e a quattro ruote all’avanguardia. Lo spettacolo continua, ma Bruno Giorgini, fisico impegnato a simulare la mobilità delle nostre metropoli, è convinto che design e comfort lasceranno lo spazio a motori puliti e a una più rigida gestione del traffico cittadino.
Tubo di scappamento di un'automobile

Quando esordì per la prima volta, nel 1976, in Italia circolavano sedici milioni di veicoli. Ora, nell’edizione che festeggia i trent’anni, il Motor Show fotografa invece un paese dove circolano trentaquattro milioni di veicoli. Auto e moto evolute sotto l’aspetto della sicurezza, del design e dell’alimentazione. Tre linee di sviluppo che il salone bolognese continua a raccontare dando ancora eguale spazio a prototipi di visori notturni a infrarossi per la sicurezza, a tettucci rotanti per l’estetica e a motori ibridi per la trazione. Presto nel mondo dell’auto potrebbe però succedere qualcosa di simile a quanto accaduto nella fattoria di Orwell. Qualcuno, o meglio la questione dell’alimentazione, potrebbe diventare "più uguale delle altre": "Se la civiltà dell’automobile vuole continuare a esistere – dice infatti Bruno Giorgini, fisico ed esperto di mobilità urbana – è indispensabile trovare strumenti per produrre movimento senza sporcare".

Ma non solo. L’idea di movimento presuppone uno spazio per farlo e le nostre città non sembrano sufficientemente elastiche per concederlo. Di conseguenza tutto si ferma, a partire dal trasporto pubblico: "Dieci anni fa – racconta il ricercatore – gli autobus di Parigi viaggiavano a una media oraria di 19 Km, mentre oggi si fermano a dieci e a Bologna credo che si attestino sui 9. La situazione non è più sostenibile e la tendenza inevitabile è la rarefazione delle auto dal centro storico, anche attraverso l’imposizione. Per quanto riguarda Bologna, credo per esempio che la soluzione sarebbe la pedonalizzazione dell’intero centro storico sino ai viali, anche se questo causerebbe problemi di non facile soluzione ai 100.000 pendolari che ogni giorno si riversano al centro. Pendolari per i quali, lo dimostrano gli studi di settore, quindici minuti di autobus equivalgono allo stress di trenta in auto dove ci si sente un po’ a casa propria".

La complessità del sistema dei trasporti non è comunque una novità per il mondo scientifico, abituato a confrontarsi con il dinamismo delle molecole subatomiche e le funzionalità degli organismi viventi. Anzi, la complessità degli oggetti studiati ha originato teorie ad hoc, come la teoria dei sistemi di vita artificiale, la teoria dell’informazione e la fisica dei sistemi complessi. Discipline dalle quali prenderà il via Physic and the city, il convegno che in tre giorni (dal 15 al 17 dicembre in Cappella Farnese) traccerà un ideale filo conduttore tra la complessità della scienza, le potenzialità delle simulazioni e le sinergie con i decisori politici.

Uno dei protagonisti dell’incontro sarà Mobilis, il modello per la simulazione della mobilità pedonale e veicolare. Mobilis (mobilità pedonale e trasporto pubblico), assieme ai modelli Campus (pedonale) e Automobilis (veicolare), costituisce lo strumento che il gruppo di Fisica della Città dell’Università di Bologna ha realizzato per simulare la mobilità su un tessuto metropolitano con i diversi mezzi di trasporto. Può essere utilizzato per valutare l’efficacia di una ristrutturazione, può indicare gli effetti di un evento critico (es. lo rottura di un binario), può suggerire soluzioni di emergenza (es. percorsi di sicurezza in caso di incidente) e può costituire un elemento utile in seno al dibattito politico. Mobilis e compagni per ora sono stati sperimentati nel centro storico pedonalizzato e nella stazione di Rimini, nei pressi dell’Università Milano Bicocca e nel tessuto metropolitano di Senigallia. "Nel caso di Rimini – cita per esempio Giorgini – abbiamo un modello della stazione di oggi e della stazione dopo le modifiche in progetto". "Noi – conclude il docente – possiamo simulare gli effetti dell’apertura di un centro commerciale, di un’edicola o di una stazione centralizzata per i bus".