Il Cus Bologna insiste. Vuol portare a casa il titolo numero 12 nella storia della pallacanestro in feluca. Un basket datato 1946. Il Cus Bologna, campione uscente (vinse lo scorso anno a Catania), è stato esentato dal partecipare al primo turno. E per qualificarsi per la fase finale (Brescia, 23-27 maggio) dovrà battere, in un doppio confronto l’ateneo che uscirà dal girone composto da Bari, Cassino e Foggia.
Il Cus Bologna – che negli ultimi quindici anni ha vinto otto scudetti, uno in più, nello stesso intervallo di tempo, di quanto abbiano portato a casa Fortitudo e Virtus – ha già definito lo staff tecnico. Alessio Fasone, confermato nel ruolo di coach, potrà contare su una valida spalla: Matteo Tassinari, il team manager. E ancora Renato Nicolai, che negli anni Novanta è stato una sorta di fratello maggiore per i cestisti, e Federico Panieri, attuale referente cussino per quel che concerne la realtà dei campionati nazionali universitari. Rispetto al titolo vinto l’anno scorso il Cus Bologna perde Giacomo Noferini, che si è laureato in ingegneria, e pure Salvucci (economia).
‘Ma il gruppo – spiega Fasone – è lo stesso con il quale lavoriamo da tre stagioni’. ‘Siamo una squadra anomala – conferma -. Prima delle qualificazioni non abbiamo la possibilità di allenarci. E durante le finali devono bastarci un paio di giorni’. Tra playoff e playout Alessio deve fare i miracoli, anche se il gruppo base, ora ‘disperso’, è molto unito. ‘Dovremmo ripartire dai soliti – ammette – da Losi a Masini, da Pulvirenti a Ceresi. E ancora Serra, Maccagnani, Pecchia, capitan Politi e Brina. Ma la rosa è allargabile’. Osservati speciali in questo periodo saranno Chiarini, Santilli, Pignatti, Trombetti, Acquaviva e Innocenti. ‘Negli ultimi tre anni abbiamo vinto due volte, piazzandoci al terzo posto nel 2004. Vogliamo ancora l’oro’. Anche perché, a livello italiano, nessuno ateneo ha mai toccato quota dodici.
Undici titoli per il Cus Bologna e cinque allenatori capaci di appuntarsi sul petto lo scudetto in feluca. Gli anni Cinquanta tramandano il nome di Giorgio Ramenghi, team manager dei primi tre titoli, poi il poker di Ettore Mannucci, le vittorie di Attilio Padovano e Roberto Bedin e la doppietta di Alessio Fasone.
Due le canotte che non possono più essere indossate. Sono l’omaggio ai protagonisti degli ultimi quindici anni. In questo intervallo di tempo solo due ragazzi hanno saputo vincere tre titoli: Paolo Bergonzoni (quello della Moto Malaguti San Lazzaro) e Matteo Tassinari (prodotto del vivaio virtussino ed ex compagno di squadra di Davide Bonora). Per questo la numero 15 e la 20 sono state ritirate.
Quali gli artefici dei titoli cussini? Negli anni Cinquanta il terzetto sul quale fare affidamento era composto da Presca, Macoratti e Dario Zucchi, negli anni Novanta sono arrivati Bio Galassi e Cristiano Zanus Fortes, alcuni prodotti del vivaio Fortitudo (Della Valentina, Emiliano Neri, Jack Golinelli) e della Virtus (Gabriele Ruini, Matteo Bertolazzi, Fausto Bernardelli). E ancora Arletti, Canè, Sanguettoli, Sonego, Zanardi, Barbieri, Benzi, Pappalardo, Trotta, Pozzati.
Il Cus Bologna ha vinto i suoi precedenti scudetti nel 1953 (Merano), 1955 e 1956 (Rimini), 1990 (Padova), 1991 (Siena), 1992 (Montecatini Terme), 1994 (Pesaro), 1997 (Rimini), 1999 (Bari), 2003 (Salerno) e 2005 (Catania).