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Alla ricerca delle biomasse per l’energia pulita

L’Università partecipa al censimento delle biomasse nella Provincia di Bologna. Possono essere utilizzate per la produzione di biocarburanti, concimi e altri prodotti chimici.
Alessandro Buscaroli, responsabile accademico del progetto per il censimento delle biomasse

Un nuovo progetto dell’Assessorato Università e Ricerca della Provincia, dell’Università di Bologna-Cirsa (Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Scienze Ambientali) di Ravenna e dell’Arpa Sezione Ravenna ha per oggetto il "Censimento e gli indirizzi di riciclo delle biomasse". Si potrà così giungere a una completa conoscenza della situazione esistente a livello provinciale per quanto concerne la disponibilità di biomasse che, a seconda della loro natura e caratteristiche, potranno essere impiegate a fini energetici (biocarburanti), potranno andare a costituire fertilizzanti non di sintesi (fns), o potranno essere impiegate per l’ottenimento di intermedi, i cosiddetti "biochemicals", utilizzabili in vari comparti dell’industria chimica. La fase progettuale - appena avviata e che verrà conclusa entro gennaio 2007 - prevede la creazione di un archivio informatizzato e georeferenziato che raccolga al proprio interno le informazioni relative alla presenza di biomasse nei diversi comparti territoriali (agricolo, zootecnico, industriale, urbano, naturale) esistenti nel territorio provinciale. In questa banca dati verranno puntualmente localizzate le fonti di produzione di biomasse, le quantità e caratteristiche delle medesime, oltre alle modalità di utilizzo, riciclo e smaltimento attualmente adottate. Una volta costituita la banca dati, sarà possibile disporre di un quadro conoscitivo complessivo della situazione provinciale, individuare tipologie caratteristiche e contesti che meglio di altri potranno essere idonei all’insediamento di processi produttivi mirati.

La direttiva europea 30 del 2003 definisce le biomasse come "la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali ed animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali ed urbani". Rientra quindi tra le biomasse un novero assai ampio di prodotti che spesso vengono considerati di scarto e come tali alienati. Questi materiali, tuttavia, presentano interesse in quanto conservano un valore intrinseco residuo e possono trovare un impiego alternativo al conferimento in discarica.

Il progetto recentemente avviato riveste notevole importanza in quanto pone le basi conoscitive per un utilizzo razionale di tali prodotti, alla luce delle normative vigenti in ambito nazionale in tema di rifiuti, che consentono di stoccare in discarica solo i rifiuti inerti, e in risposta agli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra assunti dal governo italiano attraverso la ratifica del protocollo di Kyoto.

L’utilizzo di biomasse, siano esse prodotti di scarto di processi produttivi o colture ad hoc, comporta notevoli benefici ambientali e sociali. Innanzitutto, dal punto di vista energetico esse rappresentano una fonte pressoché inesauribile che, a seguito della combustione, restituisce in atmosfera la stessa quantità di anidride carbonica assorbita durante il processo fotosintetico. Ne consegue un bilancio di emissioni di anidride carbonica pari a zero e quindi un beneficio in termini di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.

Alcune tipologie di biomasse, poi, come i reflui zootecnici e la frazione verde di alcuni rifiuti industriali e civili, possono essere trattate in impianti di digestione anaerobica per la produzione di biogas e di fertilizzanti non di sintesi, con riduzione degli apporti di materiali in discarica e ripristino delle aliquote di sostanza organica nei suoli.

Occorre sottolineare inoltre che l’entrata in vigore della nuova politica agricola sta provocando profonde ripercussioni nel mondo agricolo, sovvertendo filiere produttive consolidate (si veda il settore bieticolo-saccarifero) e costringendo a nuove e ardite scelte strategiche di settore, quali ad esempio la diffusione di colture energetiche.

«Questo studio rappresenta un momento preliminare di fondamentale importanza nella pianificazione delle strategie che l’amministrazione vorrà mettere in atto nella gestione del proprio territorio – spiega Alessandro Buscaroli, ricercatore del Corso di Laurea di Scienze Ambientali di Ravenna, responsabile scientifico del progetto –. Sulla base delle conoscenze acquisite sarà infatti più facile individuare ipotetici distretti energetici in cui sviluppare opportune filiere bio-energetiche nel rispetto e salvaguardia del territorio e della popolazione.»

«Le biomasse possono rappresentare una preziosa risorsa valorizzabile non solo a fini energetici – sottolinea Antonio Penso, assessore a Università e Ricerca della Provincia – ma anche se-condo l’ottica di promuovere una maggiore sostenibilità ambientale dei sistemi produttivi.

Ridurre i consumi di materie prime e conseguentemente di energia impiegata, ridurre i rifiuti prodotti, allentando la pressione sugli ecosistemi, e infine produrre energia rinnovabile capace di sostituire quote crescenti di petrolio e derivati, sono le molteplici opportunità offerte. Ma questo risultato – conclude Penso – potrà essere conseguito solo attraverso lo sviluppo della ricerca sulle migliori tecnologie utilizzabili, e a patto che gli interventi previsti si inseriscano in una logica di attenta pianificazione.»